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Tutti assolti per la bancarotta della Permaflex di Latina 14 anni dopo

In parte nel merito e in larga parte per intervenuta prescrizione, tutti gli imputati nel processo per il crac Permaflex, attorno al quale secondo gli inquirenti sarebbe stata consumata una bancarotta milionaria, sono stati prosciolti. Il pubblico ministero Cristina Pigozzo aveva chiesto sette condanne, per un totale di oltre 25 anni di reclusione, e una sola assoluzione, ma il Tribunale di Latina ha deciso diversamente.
Un processo tormentato quello Permaflex, frutto delle prime indagini della Procura pontina sul gruppo Veneruso. L’azienda produttrice dei materassi, noti con il simbolo dell’omino che dorme, era una realtà fiorente, fondata dall’imprenditore toscano Giovanni Pofferi e poi trapiantata a Frosinone, con uno stabilimento di cui si era messo alla guida Licio Gelli, il venerabile maestro della loggia massonica P2. La società venne poi ceduta da Pofferi all’imprenditore Raffaele Veneruso, di Napoli, e da quest’ultimo passò al figlio Alberto. Dopo appena un anno da tale cambio al vertice, la società entrò in crisi, nel 1999 la sede legale venne spostata da Frosinone a Latina e nel 2002, dopo lunga battaglia, venne dichiarata fallita dal Tribunale pontino. Su quel crac venne però subito aperta un’inchiesta e gli inquirenti ritennero che attorno al fallimento si fosse consumata una bancarotta colossale, con tanto di triangolazioni con società estere e notevoli somme finite in Svizzera.
Finirono a giudizio manager e componenti del collegio sindacale: Alberto Veneruso, Giancarlo Nastro, Giuseppe Maranghi, Giorgio Di Mare, Giuseppe Vitiello, Marco Cimino, Maurizio Genovese e Roberto Santoro. Il processo è stato particolarmente tormentato, tra sostituzioni di giudici e rinvii. Alla fine il pm Pigozzo ha chiesto condanne a 5 anni di reclusione per Veneruso, a 2 anni per Nastro, a 5 anni per Maranghi, a 3 anni per Santoro, e a 3 anni e mezzo per Di Mare, Cimino e Genovese, chiedendo l’assoluzione solo per Vitiello. Ma, complice appunto la prescrizione, il Tribunale ha assolto tutti.
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