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Turismo, Roma perde appeal e scivola al 17° posto tra le città più visitate

La classifica della Cnn smentisce i dati ufficiali del Campidoglio: turisti sotto i 10 milioni, un terzo in meno del boom propagandato

Antalya come Roma. Anzi meglio. Nel 2018 la cittadina turca conosciuta nel mondo per il mare azzurro e le rovine romane ha superato la capitale per numero di arrivi turistici: 10,7 milioni contro i 9,8 della capitale.
Un sorpasso raccontato dalla Cnn che, riportando un’analisi sulle stime dei flussi turistici a fine 2018, relega la Città Eterna al 17° posto tra le mete più amate e apre così una guerra di numeri con il Campidoglio.

Alla fine dell’anno era stato infatti l’assessore al Turismo, Carlo Cafarotti, ad annunciare il superamento dei 15 milioni di arrivi nella capitale. Una cifra record, che secondo l’esponente dei 5Stelle romani era stata raggiunta grazie anche al boom di presenze previsto per gli ultimi giorni dell’anno. Ma la verità del Campidoglio viene riscritta dalla Cnn, che chiama in soccorso il report Top 100 City Destinations firmato da Euromonitor International, una società di analisi e consulenza con base nel Regno Unito.

Il risultato sono numeri divergenti e storie opposte per raccontare Roma e il suo disperato tentativo di rimanere vicina al traino delle grandi città.
Come riportato dalla Cnn, Londra e Parigi hanno ormai accumulato una distanza abissale ( 20,7 milioni di arrivi nel 2018 la prima e 16,8 milioni la seconda); Istanbul supera Roma con i suoi 12,4 milioni di arrivi, mentre Praga si avvicina a passi da gigante oltrepassando la soglia dei 9 milioni.

Il mondo corre; nuove città spuntano quasi dal nulla e le grandi metropoli si organizzano per modernizzare infrastrutture e stili di vita. Succede a New York City, a Hong Kong, a Singapore ( storicamente alle prime posizioni tra le mete turistiche mondiali), ma succede sempre più anche per metropoli da molti considerate meno attraenti come Delhi e Mumbai.

Roma rimane indietro, complice l’immagine degradata della città che comincia a presentare il conto, un fianco scoperto che non è sfuggito alla stampa estera. A marzo 2018 ha iniziato la stessa Cnn con un servizio dal titolo “Il declino triste di Roma racconta i problemi dell’Italia intera”; a dicembre è stata la volta del New York Times che ha pubblicato l’articolo “Rome in ruins”.

E il risultato, a dispetto degli annunci, è l’ampliamento della distanza che separa i grandi flussi turistici dalla capitale. A denunciarlo è anche Assoturismo Roma, che proprio negli ultimi mesi del 2018 ha rilanciato l’allarme sul degrado nella città, ricordando – in accordo con Confesercenti – che molti esercizi pubblici attivi nella ricezione turistica stanno chiudendo.

Del resto, se è vero che una crescita del turismo esiste, è tuttavia esigua: negli ultimi due anni i flussi a Roma sono aumentati del 3,5% contro una media dell’8% registrata a Parigi, Londra, Berlino e Milano. Non solo: anche Mastercard, che ha stilato nel 2018 il suo Global Destination Index, relega la capitale alle spalle di Milano con 7,7 milioni di visitatori nel 2017, troppo pochi per balzare in dodici mesi ai 15 milioni annunciati dalla propaganda 5Stelle.

Tutto questo ha un effetto diretto sul giro d’affari del settore e sulla sua capacità di far correre l’economia cittadina. Nel 2018 i turisti hanno speso a Londra 16 miliardi di dollari; cifra che scende a 12 miliardi a Parigi e a 8,9 miliardi a Barcellona. Molto più indietro le grandi città italiane, guidate da Milano con una spesa di 4,9 miliardi, mentre a Roma la spesa turistica si ferma a 4,5 miliardi.
Un’altra evidenza che contribuisce a sollevare un sospetto sui numeri del Campidoglio, mentre aggiunge credibilità all’analisi della Cnn, secondo la quale il 2018 non è stato affatto l’anno dei record, come molti hanno finora raccontato.

E magari gli autobus che si incendiano, i rifiuti abbandonati per giorni sui marciapiedi, le tensioni sociali, le polemiche politiche così come le incursioni dei gabbiani predatori nelle vie del centro hanno freddato le pulsioni sincere che gli stranieri provano da sempre per la città del Vaticano e del Colosseo, relegandola in un limbo dal quale non si esce con gli annunci, né tantomeno con la lotteria dei numeri.

fonte:repubblica.it

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