Trani, scuola vietata a 5 alunni non vaccinati. Protesta ai cancelli: "Come i cani"
La protesta ai cancelli di due alunni esclusi da scuola
È accaduto in una scuola dell’infanzia. I genitori hanno chiamato i carabinieri e si sono rivolti a un avvocato: “Bambini traumatizzati, non dormono più”
Cancelli chiusi. Con il bidello che impedisce l’ingresso ad almeno cinque bambini perché i genitori non avrebbero completato l’iter delle vaccinazioni obbligatorie. È accaduto lunedì 14 e martedì 15 maggio all’istituto San Paolo di Trani, scuola dell’infanzia statale diretta da Paola Valeria Gasbarro, come riporta il Corriere del Mezzogiorno.
Circostanza confermata dall’avvocata Fiorella Liotta, che assiste le famiglie di due dei cinque piccoli alunni. Gli stessi che si sono visti rifiutare l’ingresso a scuola proprio a pochi giorni dalla conclusione dell’anno scolastico: “Tu non puoi entrare”, avrebbe detto loro il bidello. E intanto monta la polemica. Con una foto che ritrae due bambini e un cartello fra le loro mani: “Vietato l’ingresso ai cani e ai non vaccinati”.
Il fatto è accaduto lunedì e martedì, e in entrambe le occasioni sono dovute intervenire le forze dell’ordine: carabinieri e polizia di Stato avrebbero preso atto della vicenda e verbalizzato sull’accaduto, sentendo i genitori dei bambini esclusi da scuola. Che mercoledì 16 maggio sono rimasti a casa.
“Tutto questo è inammissibile ed espone i vertici della scuola a responsabilità civili e penali”, spiega l’avvocata Liotta. Inammissibile – secondo la sua tesi – “innanzitutto per la mancanza di un atto amministrativo che avrebbe messo i genitori davanti alla possibilità di fare un ricorso”.
Poi perché “i genitori non sono stati nemmeno convocati e la scuola ha arbitrariamente impedito l’ingresso dei bambini, mettendoli di fronte a un cancello chiuso e al bidello che fino all’altro giorno sorrideva loro che invece ha sbarrato l’ingresso. I bambini – prosegue Liotta – hanno subito un trauma, non dormono la notte”.
Secondo l’avvocata, almeno due dei cinque bambini avevano effettuato i primi vaccini e l’iter previsto dalla legge era ancora in corso. “Le norme sono chiare: i genitori possono chiedere alla Asl competente di informarsi sui vaccini inviando una raccomandata, proprio come avevano fatto i miei assistiti”. Da qui il via ai colloqui informativi, solo all’esito dei quali, in caso di mancata vaccinazione, l’Asl avrebbe dovuto diffidare i genitori. “Non è accaduto, perché la legge dice che la vaccinazione si può fare entro la fine dell’anno scolastico. E, invece, a 15 giorni dalla fine della scuola è stato impedito l’accesso ai piccoli