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«The Undoing»: il design della serie con Hugh Grant e Nicole Kidman

Un tripudio di opulenza, sfarzo disinvolto e stile boho-chic avvolge come un manto la nuova serie drammatica The Undoing, su Sky Atlantic dall’8 gennaio, con una coppia di fuoriclasse, Hugh Grant e Nicole Kidman, per la prima volta marito e moglie per esigenze di copione in un thriller al cardiopalma che coinvolge anche l’italiana Matilda De Angelis.

La storia

Grace (Nicole Kidman), psicoterapeuta di grido di New York, vive una vita agiata e serena accanto al marito Jonathan Fraser (Hugh Grant), oncologo pediatrico. Figlia di un magnate della Grande Mela, Franklin Reinhardt (Donald Sutherland), e madre dell’adorabile Henry (Noah Jupe), è benvoluta nell’alta società, emblema di rispettabilità nei giri che contano. La madre di un nuovo compagno di scuola del figlio, Elena (Matilda De Angelis) sconvolge quest’esistenza borghese: la donna non appartiene alle classi agiate, ma si tiene a galla come può. Bellezza sensuale e spirito ribelle, scombussola gli equilibri sociali. Quando viene trovata morta in circostanze misteriose, i riflettori sono puntati su Jonathan, che l’ha avuta in cura e che ora è scomparso nel nulla. Segreti e bugie iniziano a venire a galla e ogni certezza crolla.

Hugh Grant e Nicole Kidman in una scena

Il design di pregio

La serie, tratta dal romanzo Una famiglia felice e creata da David E. Kelley (marito di Michelle Pfeiffer), vanta uno stile mozzafiato, merito del production designer Lester Cohen. La casa di maggior effetto, che in effetti sembra un museo, resta quella di Franklin, realizzata unendo tre diversi posti, nell’Upper East Side ossia una residenza privata sulla Fifth Avenue per la sala da pranzo, il soggiorno, la camera da letto e il balcone e, mentre la lobby è stata ricavata da una location ad hoc, sempre nella stessa strada, altri ambienti sono stati costruiti in un teatro di posa ai Kaufman Astoria Studios (la camera da letto di Grace, la camera degli ospiti, i corridoi, il salone, il foyer e l’ascensore).

L’effetto è opposto rispetto a quello dei Fraser: il loro appartamento è confortevole e caldo, ha il sapore di casa, anzi nelle prime sequenze sembra quasi uno spazio onirico, perfetto. Si capisce fin dall’area della cucina, un open space arioso e accogliente, dove la famiglia inizia insieme la giornata in serenità. Lo spazio si affaccia sulla sala da pranzo adornata di muri in mattoni e con una palette dai colori della terra.

Gli interni raccontano personaggi e storia, sia a Manhattan che nella casa al mare a North Folk, a Long Island, un ambiente molto diverso dagli attici metropolitani. Il set decorator Keri Lederman ha lasciato che ogni dettaglio trasudasse ricchezza e gusto.

Il colore dei soldi

Basti pensare che l’attico dei Fraser nella realtà è stato messo sul mercato per 30 milioni di dollari e, prima dell’arrivo del nuovo acquirente, la produzione ne ha disposto liberamente ridecorando le pareti e gli spazi. L’atmosfera che si respira è quasi un abbraccio familiare e caloroso, con i toni del malva, dell’arancio e dei rossi. La carta da parati nella camera da letto patronale, ad esempio, è stata dipinta a mano da Gracie Studio mentre il letto è stato realizzato da Mark De La Vega presso DLV designs per ricalcare quasi la leggiadria di Grace in questa cornice in bronzo.

È stato affidato invece al consulente d’arte Fanny Pereire il compito di dare vita alla residenza sontuosa di Franklin ottenendo il permesso di esporre riproduzioni d’autori. Tra gli altri, vediamo opere di William Kentridge, Willem de Kooing, Giorgio Morandi, Diego Rivera e Gerhard Richter. Basta un colpo d’occhio per notare colori cupi, per sottolineare l’atmosfera fredda e glaciale che ben si combina al carattere distaccato del ricco proprietario. L’austerità trasuda in ogni dettaglio, dalla scacchiera al pianoforte, usata dall’uomo ai tempi in cui la figlia viveva sotto il suo sontuoso tetto. Quando si passa al blu intenso al verde profondo, si continua a vedere tutto il suo glorioso distacco.

Onda su onda

La casa al mare della famiglia risuona della glacialità del padre di Grace che ne è il proprietario: con un panorama sfacciato e monumentale, sposa lo stile di ABC Carpet & Home di Manhattan con Ruby Beets di Sag Harbor, che lascia il sapore quasi antico del passato ma con qualche traccia di modernità. In fondo si vogliono riportare in vita i ricordi dell’infanzia, le memorie condivise, gli attimi di pura gioia in netto contrasto con la gioia che la donna vive quando vi si rifugia per scappare dalla pressione dei pettegolezzi in città. La casa, già vista nella serie Girls, può essere affittata su AirBnB per circa mille dollari a notte: l’edificio include sei camere da letto e tre bagni, oltre alla torre che la produzione ha rimosso digitalmente dalle scene.

Una mano sapiente

La regista Susanne Bier ha studiato architettura a Londra e la cura sapiente con cui la cornice della storia ne esalta sentimenti ed evoluzione in una perfetta armonia. Lo si nota anche nel gusto squisito con cui è stata arredato l’appartamento di Sally (Janel Maloney), un colpo d’occhio notevole tra collezioni d’arte e antichità, ma con un tocco unico della produzione, che ha inserito oggetti personali dei personaggi come foto di famiglia. Ad enfatizzare gli ambienti ci pensano vetrate e immense finestre, che troneggiano nelle stanze e le avvolgono in un processo di metamorfosi potentissimo attraverso le fasi del giorno e delle stagioni.

L’unico trucco? La produzione fa sembrare arredi di design molto più lussuosi e costosi di quanto non sarebbero nella realtà, con un budget illimitato di una delle famiglie più ricche di Manhattan.

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