Monza, 14 settembre 2017 – L’input investigativo dell’inchiesta sulle protesi è arrivato da un esposto presentato il 22 novembre del 2012 nel quale Flavio Acquistapace, cardiologo in servizio al Policlinico di Monza fino al 2009, denunciava “una gestione condotta in dispregio delle esigenze terapeutiche dei pazienti”, sostanzialmente per scopi di massimizzazione dei profitti. Il professor Acquistapace nel 2003 aveva seguito il caso di Rita Pavone al Policlinico dove la cantante era stata operata dal professor Salvatore Spagnolo. Acquistapace aveva stabilito la necessità di un intervento per un alto rischio di ostruzione dell’aorta. “Entrambi i professori – aveva detto Rita Pavone all’epoca – mi hanno salvato la vita al punto che ora vorrei impegnarmi per la diffusione di un’educazione e diagnosi precoce delle malattie del cuore che possa evitare a tanta gente quello che è capitato a me”.

L’inchiesta riguarda protesi ortopediche per anca e ginocchio di scarsa qualità ma scelte consapevolmente per i pazienti da medici chirurghi in servizio al Policlinico e alla clinica Zucchi di Monza in cambio del “disturbo” pagato dalla societa produttrice, la Ceraver Italia. L’accusa è di aver agito “per aumentare gli utili” di una multinazionale francese “anche a discapito della salute pubblica”. Nell’inchiesta “Disturbo”, i finanzieri hanno fatto scattare in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Campania 21 misure cautelari. In carcere sono finiti gli ortopedici brianzoli Fabio Bestetti, Claudio Manzini e Marco Valadè, assieme al promoter di Ceraver Marco Camnasio (considerato il vero ‘dominus’ del meccanismo criminoso) e Denis Panico, responsabile commerciale della multinazionale. Tutti sono accusati, in concorso tra loro, di corruzione e associazione a delinquere. Arresti domiciliari, invece, per altri 9 ortopedici e medici di base, mentre altri sei medici di base sono stati interdetti dalla professione. Infine, è stato disposto l’obbligo di dimora per un mediatore negli affari illeciti. Pure lui è indagato per corruzione.