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Stupro di gruppo a Rimini, una task force dà la caccia al branco

– Potrebbero avere meno di 30 anni, probabilmente nordafricani. Sicuramente conoscono le strade riminesi e qualcuno di loro potrebbe essere una vecchia conoscenza della polizia. Almeno un paio sarebbero degli spacciatori. Il branco del duplice stupro di Rimini potrebbe avere le ore contante, anche se gli investigatori la definiscono un’indagine «difficile». La squadra mobile della Questura ieri notte ha setacciato il lungomare di Miramare, i locali notturni, le colonie abbandonate e le vie traverse della Statale. La polizia sarebbe già su una buona pista per rintracciare i quattro uomini, che nella notte tra venerdì e sabato hanno violentato una turista polacca in spiaggia al bagno 130, dopo aver tramortito l’amico con una bottigliata in testa, e poi hanno abusato di una prostituta transessuale nella zona della Statale a Miramare. Gli investigatori sarebbero in possesso di alcune immagini di telecamere di videosorveglianza e di un’impronta che indirizzerebbe l’indagine nel circuito del mondo della notte, dello spaccio e degli immigrati clandestini. L’ipotesi più accreditata è quella che almeno un paio del branco facciano base in Romagna, forse spacciando. Così come si ipotizza che il fatto che si siano spostati dal lungomare fino alla Statale a piedi, per violentare la prostituta transessuale, sia stato perché stavano tornando verso l’alloggio che occasionalmente occupano. Non si esclude alcuna pista, ma probabilmente i magrebini potrebbero essere stati ospitati in Riviera solo per l’estate, dove si sono mantenuti spacciando. Intanto oggi i due giovani polacchi, ancora ricoverati, sono stati riascoltati dagli investigatori. Secondo quanto emerso, i ragazzi avrebbero sentito i quattro aggressori parlare in un inglese stentato, prima per offrire loro da bere e una sigaretta e poi per chiedere soldi. Al rifiuto della coppia, appena rientrata da una gita a Firenze e che all’indomani sarebbe ripartita per la Polonia, lui è stato picchiato, lei violentata a turno su un moscone e poi spinta verso la battigia e in acqua. Quando la turista polacca si è ripresa, si è trascinata carponi fino alla passerella pedonale dove ha visto l’amico a terra insanguinato, ha iniziato ad urlare riuscendo a farsi sentire da una prostituta in strada che ha dato l’allarme. «Vi prego, aiutateci a tornare a casa», è l’appello dei due ragazzi ricoverati all’Ospedale Infermi, dove oggi hanno ricevuto la visita del console polacco. «La comunità riminese si stringe attorno alle vittime – commenta il sindaco Andrea Gnassi – Il Comune, insieme all’Ausl e ad altre istituzioni, ha già attivato tutte le misure di aiuto e supporto, da quello medico sanitario a quello psicologico, agevolando anche il collegamento con le famiglie per i due ragazzi polacchi. Continueremo a farlo nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Ed è per loro che la comunità riminese si costituirà parte civile allorché comincerà il processo nei confronti dei pazzi criminali responsabili di tutto questo. Siamo sicuri che non ci sarà da aspettare molto».

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