EXITO STYLE

Spread, fiammata a 280 punti poi scende. Piazza Affari perde il 3,7%: mercati in tensione col deficit al 2,4% del Pil

Il differenziale verso la Germania chiude la giornata a 267, comunque 30 punti base sopra i livelli della vigilia. Moscovici: “No scontri, ma il debito è esplosivo”. La Borsa di Milano brucia 25 miliardi


MILANO – Lo spread tra Btp e Bund tedeschi arriva a vedere quota 280 punti base all’indomani del Consiglio dei ministri che ha visto affermarsi la linea di Lega e M5s e costringere il Tesoro a scrivere nella nota di aggiornameto al Documento di economia e finanza un rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo al 2,4% nel prossimo triennio. Entro quel confine verrà costruita la prossima Manovra finanziaria. Secondo la piattaforma Bloomberg, la fiammata del differenziale sulla scadenza a dieci anni si sgonfia a fine giornata e lo spread ritorna a quota 267 punti base, comunque una trentina in più della vigilia, per un redimento del Btp decennale oltre il 3%. Sul titolo a due anni – solitamente più osservato dai mercati perché termometro della fiducia degli investitori sulla tenuta del Paese in un orizzonte più a breve – si assiste a una parabola simile: il differenziale si allarga in mattinata fino sopra 165 punti base, per poi ritracciare anche in questo caso poco sopra 150 (e anche in questo caso circa 30 punti più di ieri).

Piazza Affari chiude una giornata di passione in netto ribasso: arrivato a perdere ben oltre 4 punti percentuali, il Ftse Mib alla fine segna un passivo del 3,72% e nel complesso la Borsa milanese vede erodersi 25 miliardi di euro di capitalizzazione. Il contraccolpo si abbatte come sempre sul settore bancario, il più esposto al caro-spread e il più sensibile alle tensioni internazionali: la perdita di valore dei Btp comporta rischi per il patrimonio degli istituti, mentre l’aumento dei tassi fa rincarare il costo della raccolta. L’indice di categoria perde più del 7% con una raffica di sospensioni che si abbatte sulle azioni settore. Gli altri listini europei sono deboli, ma con variazioni meno marcate: Londra alla fine cede lo 0,47%, Francoforte peggiora al -1,52% mentre Parigi cede lo 0,85% finale. Wall Street non si preoccupa degli affari europei e quando chiudono le contrattazioni del Vecchio continente il Dow Jones ha già girato in rialzo dello 0,2%, in linea con il Nasdaq. Risente della tensione invece l’euro, che dopo essere scesa fino a 1,1570 contro il dollaro, ha terminato la sessione nel Vecchio continente in zona 1,1615: debole, ma in recupero dai minimi.

La Ue non può astenersi dal commentare quanto emerso da Roma nelle ultime ore. Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, dice che “non abbiamo alcun interesse ad aprire una crisi” con l’Italia, “ma non abbiamo neanche interesse a che l’Italia non riduca il suo debito, che resta esplosivo”. Poi il richiamo, direttamente agli italiani: “Se gli italiani continuano a indebitarsi, cosa succede? Il tasso di interesse aumenta, il servizio del debito diventa maggiore. Gli italiani non devono sbagliarsi: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per le autostrade, per la scuola, per la giustizia sociale”. Parole alle quali rispondono i vicepremier: Di Maio chiarisce che non vuole “arrivare allo scontro” con Bruxelles, Salvini anticipa che “andremo avanti” anche in caso di bocciatura europea alla Manovra. Il premier Conte tranquillizza: “Lo spread scenderà quando i mercati avranno i dettagli della nostra Manovra, ridurremo il debito con la crescita”.

La vicenda italiana è molto seguita dagli osservatori internazionali, ma come nota l’agenzia finanziaria Bloomberg nel complesso sembra ancora prevalere l’ottimismo. L’aver forzato chiaramente la mano con la Ue e aver messo i conti pubblici su una traiettoria di netto peggioramento, secondo Krishna Guha di Evercore ISI “è un esito deludente dal punto di vista dell’avversione al rischio” da parte degli investitori, che lo vedranno come un campanello d’allarme per ritirarsi dagli asset più rischiosi. “Ma resta nella ‘zona grigia’ piuttosto che entrare in quella ‘rossa’ per quanto riguarda la scala del pericolo” percepito sulle piazze finanziarie. Come a dire: tensione sì, ma ancora locale. Altri osservatori parlano di una reazione esagerata in un primo momento, e di un periodo di tensione possibile ma con il differenziale che già sconta il possibile taglio del giudizio sull’Italia da parte delle agenzie di rating.

 

Stamattina la Borsa di Tokyo ha chiuso in netto progresso: con un +1,36%, l’indice Nikkei ha toccato il massimo da 27 anni. La produzione industriale giapponese è aumentata dello 0,7% ad agosto rispetto al mese precedente dopo il calo dello 0,2% a luglio, segando tuttavia meno della metà delle attese degli economisti. Di buon umore anche le Piazze cinesi, con Shanghai Shenzhen appaiate intorno al +0,7%.

Ricca l’agenda macroeconomica, nella quale spicca in particolare il dato sull’inflazione mentre in Germania la disoccupazione raggiunge il record post-unità del 5,1%. Negli Usa sale ma sotto le stime la fiducia dei consumatori, delude anche l’indice Pmi di Chicago.

Sul fronte del petrolio, l’aumento della produzione Usa e libica tempera le preoccupazioni per l’arrivo imminente delle sanzioni all’Iran, che interromperà il flusso di greggio di Teheran. Sui mercati asiatici i future sul Lighr crude avanzano di di 13 cent a 72,25 dollari, e quello sul Brent cede di un cent a 81,71 dollari

POST A COMMENT