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Selex-Abruzzo Engineering, ancora stranezze sulla transazione dei misteri

Oltre le dichiarazioni trionfalistiche, le poche carte (non segrete)  fanno sorgere altri dubbi

ABRUZZO.  «Abruzzo Engineering ha svolto un ottimo lavoro … l’abbiamo salvata come Regione e abbiamo salvato la Regione, perché c’era un debito di 38 milioni di euro a carico della Regione…. » Concetti ribaditi più volte dall’inizio dell’era D’Alfonso (l’ultima volta pochi giorni fa pronunciate dal vicepresidente Giovanni Lolli ad Abruzzoweb), dichiarazioni totalmente opposte rispetto a quelle dei 5 anni precedenti pronunciate da Chiodi. Punti di vista, si direbbe, anche se un tantino di obiettività nella azione amministrativa sarebbe auspicabile.
Nel manuale del buon amministratore si legge che la verità deve essere sempre detta, tutta e senza reticenze e senza stravolgerla.
In Abruzzo, per esempio, proprio per le grosse contraddizioni non si è capito se la società oggi interamente pubblica, Abruzzo Engineering, sia o meno una società valida e capace di produrre persino utili o se era solo un peso da cancellare.
«L’ottimo lavoro» secondo Lolli, se c’è, è di sicuro coadiuvato da consulenze esterne per oltre 350mila euro, il «salvataggio», invece  è di sicuro appannaggio del centrosinistra e non si discute, sui «38 mln di euro»,  invece, da sempre aleggiano pesantissimi dubbi visto che la vicenda rimane molto opaca, confusa e nessuna procura ha mai voluto chiarire nello specifico, nonostante gli investigatori di mezza Italia l’abbiano sfiorata più volte. 
Lolli fa riferimento all’aggressione giudiziaria della Selex (partecipata di Finmeccanica, oggi Leonardo) che citò in giudizio Abruzzo Engineering e la Reigone morosa nei suoi confronti per 30 mln di euro più eventuali danni e annessi.
Ma bilanci, finanza e contabilità non sono mai stato il fiore all’occhiello di Abruzzo Engineering che era il punto di incontro tra Selex e Regione Abruzzo ed è pure emerso che decine di milioni siano stati pagati da Abruzzo Engineering a Selex senza giustificativi (altra storia coperta senza dare spiegazioni). 
Sta di fatto che proprio sulla richiesta di 38 mln di euro l’ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, si espresse (sebbene per una sola volta) in maniera chiara parlando di una presunta truffa e di costi gonfiati da parte di Selex.
Tutto scritto nelle carte giudiziarie che la Regione ha sempre tenuto segrete e negato più volte contribuendo ad alimentare sospetti proprio sulla legittimità dei 38mln pretesi.
Le cifre peraltro erano riferite ad un periodo in cui a capo della Selex c’era Sabatino Stornelli coinvolto in alcune inchieste per corruzione che ha anche in parte confessato alcune sue colpe e la gestione della società non proprio “ortodossa”. 
Erano i tempi d’oro del Sistri e dei Segreti di Stato grazie ai quali potevano girare centinaia di milioni di euro senza controllo esterno.
Arrivato D’Alfonso le cose cambiano, il feeling con il presidente Finmeccanica Gianni De Gennaro permette di arrivare ad un accordo transattivo e sorpattutto di mettere in piazza (cioè in tribunale) le questioni spinose (memorabile la dichiarazione di Chiodi: «vicenda disdicevole. Molte cose oscure emergeranno in corso di causa»…).
Nessuna causa, nessuna cosa disdicevole emersa…. I panni sporchi si sono lavati in famiglia e anche in questo caso molte carte sono rimaste segrete ed il risultato è stato che la “Regione Abruzzo ha risparmiato un sacco di soldi”.
L’atto transattivo viene stipulato il 22 luglio 2015 la Regione alla fine deve pagare poco più di 5 mln di euro  e viene stimato un “risparmio” di più di 20 mln di euro circa. Nel calderone della transazione finiscono anche i 38mln di euro forse gonfiati, forse no.
ABRUZZO ENGINEERING : BENEFICIO DI 20MLN NON TASSATI
Ma cosa dicono oggi le poche carte pubbliche? Sul bilancio 2015 di Abruzzo Engineering (l’anno in cui Selex cede le proprie quote) si legge tra le altre cose che «ha comportato un significativo abbassamento del debito verso fornitori».
Il vantaggio è stato quantificato in  € 20.291.644,00 cifra che è stata posta nel “Patrimonio Netto” della società. Se la cifra fosse stata inserita nel “Conto Economico”, cioè tra i ricavi, sarebbe stato considerato un utile magari tassabile.
La mancata tassazione per Abruzzo Engineering è avvenuta secondo una norma che stabilisce che «non si considerano sopravvenienze attive… le rinunce dei soci ai  crediti».
Il punto è che presupposto per questa condizione è che Selex fosse ancora socia al momento della chiusura del bilancio (31/12/2015) ma sappiamo che le quote sono state cedute a luglio. Abbiamo chiesto delucidazioni all’attuale amministratore unico Franco Di Teodoro sulla manovra tecnico-finanziaria che ha evitato la tassazione ma non abbiamo ancora ricevuto risposte (e si tratta di fatti antecedenti alla sua nomina).
Potrebbe pure darsi che così come Abruzzo Engineering non ha portato ricavi in bilancio così Selex non si è portata i costi generando una sostanziale situazione di pareggio per il fisco.
 

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