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Scala, 11 minuti di applausi per l'Andrea Chénier: Boschi dribbla i fotografi ed entra dal retro

Davanti al teatro manifestazione rumorosa ma pacifica prima dell’inizio dell’opera. Tra gli ospiti, Margherita Buy e Matilde Gioli. L’incasso è di 2.427.840 euro
on l’Inno di Mameli è iniziata, puntualissima alle 18, la Prima rappresentazione della stagione al teatro alla Scala. In scena c’è l’Andrea Chénier di Umberto Giordano per la regia di Mario Martone e con le voci di Yusif Eyazov (nella parte di Andrea Chénier) e Anna Netrebko (Maddalena de Coigny). L’opera – diretta dal maestro Riccardo Chailly – ha ricevuto 11 minuti di applausi e fruttato alla Scala un incasso di 2.427.840 euro. Lo scorso anno era stato di 1.950.000 euro, “ma – precisa il capo ufficio stampa del teatro – quest’anno sono stati aumentati i prezzi, per cui le due cifre non sono confrontabili”.

Boschi dribbla giornalisti e fotografi. La politica è la grande assente di questa inaugurazione: mancano sia il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che quello della Repubblica, Sergio Mattarella. Ci sono invece il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi che è entrata da un’entrata secondaria del teatro, dribblando così fotografi e giornalisti. Solo durante l’intervallo si è intrattenuta brevemente con i giornalisti: “E’ la mia prima volta alla Scala – ha detto – quando posso cerco di prendermi una pausa da tutto il resto e immergermi nella bellezza del teatro, della musica, dell’opera”. Ci sono anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il ministro per la coesione territoriale, Claudio De Vincenti.
Politica grande assente. Ci sono anche il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il questore Marcello Cardona, l’ex ministro Corrado Passera, l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, l’ex presidente del consiglio Mario Monti. Interpellato sull’assenza della politica, il sindaco Beppe Sala, arrivato a braccetto con la fidanzata Chiara Bazoli, ha minizzato la questione: “Capitiamo in un periodo che dal punto di vista politico è delicato. Ho sentito tutti, si sono scusati, ma va bene così è una festa milanese”. Anche il sovrintendente alla Scala, Alexander Pereira, è stato interpellato sul punto: “Questa sera non ci sono tanti rappresentati ufficiali di questo Paese – ha detto – ma alla fine noi facciamo l’opera per gli amanti della musica”. Più polemico, invece, il commento del governatore Roberto Maroni: “Roma ci snobba? Va bene così, viva Milano”.
Gli ospiti. E’ ben rappresentato però il mondo del cinema (con Margherita Buy e Matilde Gioli) e dello spettacolo con Natasha Stefanenko. C’è anche il Donald Trump interpretato da Ballantini di Striscia della notizia. Tra gli altri ospiti le stiliste Lavinia Biagiotti e Lella Curiel, Carla Fracci e la chirurga Dvora Ancona. Tra i volti noti della finanza, invece, da segnalare il presidente di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, e la presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia. Tra i banchieri, invece, Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi, e Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa.
Il tenore ringrazia. “Questa sera è andata molto meglio di quanto pensassi e sperassi. E’ stata la serata più emozionante della mia vita e ringrazio ogni singolo spettatore che c’era per il sostegno che mi ha dato”: così soddisfatto, in una sgargiante giacca di velluto rosso, il tenore Eyvazov ha commentato l’andamento dell’opera che ha segnato il suo debutto alla Scala. A fianco della moglie Anna Netrebko, che ha interpretato Maddalena, ha spiegato che la caparbietà nello studiare “è quello che mi ha salvato stasera. E’ stato un esame molto importante – ha aggiunto – e sono molto felice”. L’opera parla di un amore che trionfa anche sulla morte. “L’amore – ha concluso il tenore – trionfa su tutto, anche sui pregiudizi”. Forse anche di chi aveva visto il suo arrivo a Milano per il 7 dicembre con sospetto.
Le proteste. Fuori dal teatro sono state prese imponenti le misure di sicurezza: 900 gli agenti in strada per Prima e Oh Bej! Oh Bej!. La zona intorno al teatro è stata completamente transennata e bonificata nelle ore precedenti l’inizio dello spettacolo. Così come è tradizione che il 7 dicembre si svolga la Prima, altrettanto tradizionali sono le proteste. Davanti a Palazzo Marino, infatti, mentre gli ospiti entravano al Piermarini stati esplosi alcuni petardi e fuochi d’artificio. Ma si è trattato di una protesta pacifica, con musica alta e colori. Gli appartenenti

del comitato inquilini e del centro sociale Il Cantiere hanno anche organizzato una “sfilata” alternativa a quella degli ospiti diretti al Piermarini. “La Prima della Scala non può trasformarsi ogni anno nella sfilata del lusso per pochissimi”, ha spiegato una rappresentante degli antagonisti che hanno appeso striscioni con la scritta “people before profit” e allestito una “baracca occupata”.

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