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Sarti e Bulgarelli, due emiliane coinvolte nella "rimborsopoli" a 5 Stelle

Le parlamentari (entrambe ricandidate) figurano nella prima lista di dieci persone che avrebbero versato e poi annullato le quote al fondo per il microcredito

Ci sono anche le emiliane Giulia Sarti ed Elisa Bulgarelli nella lista dei primi dieci nomi di parlamentari a 5 Stelle che avrebbero falsificato le rendicontazioni di parte degli stipendi, mai arrivati a destinazione al fondo nazionale per il microcredito. L’elenco è stata divulgato dala trasmissione televisiva Le Iene, che ha scoperchiato il pentolone della “rimborsopoli”  grazie alla segnalazione di un ex militante, finora rimasto anonimo.
Sia Bulgarelli che Sarti – al pari degli altri deputati e senatori beccati a rendicontare bonifici poi annullati entro 24 ore – si sono ricandidate, e la notizia del loro coinvolgimento è scoppiata come una bomba sotto le Due Torri, dove da ieri sera rimbalza sui profili social di militanti e attivisti.
Sarti, che è candidata capolista a Rimini per la Camera, è stata anche una delle più votate alle Parlamentarie, incassando 446 voti. Eletta con l’ala più critica dei parlamentari emiliani, da anni è una delle teste di punta del Movimento, sempre allineata. Diverso il profilo della Bulgarelli, senatrice spesso critica coi colonnelli del Movimento, in corsa al Senato a Bologna ma solo terza in lista, con limitate possibilità di essere eletta. Su Facebook Bulgarelli assicura: “Ovviamente per quanto riguarda la mia posizione, sarà tutto chiarito. Ringrazio  Le iene per avermi dato la visibilità che non ho mai avuto in questi anni per il lavoro svolto”.
Paolo Bernini, deputato uscente ma non ricandidato, vegano e animalista, invece minaccia querele a chi “ha tirato in ballo il suo nome”. Nella lista in realtà lui non c’è ma c’è un suo omonimo, Massimiliano Bernini, e da lì dev’essere nato l’equivoco. Per fugare ogni dubbio comunuque Bernini (Paolo) ieri ha consegnato gli estratti conto degli ultimi cinque anni: “Grazie alle fake news ho scoperto di aver restituito molto più di quanto credessi – scrive su Facebook -: quasi 200mila euro!”. Mentre altri due deputati emiliani, Michele Dell’Orco e Vittorio Ferraresi lanciano un provocatorio “appello alle sanguisughe dei partiti: prima di parlare versate 23 milioni di euro qui IT61Z0100003245348018369300”.
“Il ministero – scrive Ferraresi – pubblicherà l’elenco degli accrediti al fondo per il microcredito e chi non risulterà in regola sarà fuori. Noi non facciamo sconti a nessuno, tantomeno a noi stessi. Detto ciò, se tutta questa scrupolosità fosse stata portata avanti anche dagli altri partiti e se i media fossero stati sempre così attenti, oggi non ci troveremmo con un Paese sull’orlo del baratro”. Stessa lunghezza d’onda per Davide De Matteis, avvocato candidato a Bologna: “Onestà non significa essere perfetti. Onestà significa avere gli anticorpi: i furbi vanno cacciati”.

Tace per il momento il referente regionale Max Bugani, che proprio ieri ha improvvisamente perso uno dei suoi soci alla guida della piattaforma per le votazioni online, Rousseau. E’ l’europarlamentare David Borrelli, socio di Rousseau insieme allo stesso Bugani e Davide Casaleggio: ha lasciato il Movimento ma non il seggio da europarlamentare. La stringata nota dell’ufficio comunicazione di Strasburgo parla di “ragioni di salute”, ma non è escluso che c’entrino anche i rimborsi, dal momento che i controlli a tappeto sono stati estesi anche agli eurodeputati. Oppure potrebbe dipendere da una dichiarazione

rilasciata da Borrelli al Foglio solo pochi giorni fa: “Non so nulla, sono in quell’associazione perché Beppe mi ha chiesto di esserci, ma è come se non ci fossi”. Di certo della rimborsopoli grillina si continuerà a parlare anche a Bologna. Anche perchè il rally elettorale dei 5 Stelle prosegue: domani Luigi Di Maio sarà a Rimini e venerdì Paola Taverna sarà a Bologna, al centro civico Borgatti di via Marco Polo.

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