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Santino Ferretti: Un paese per vecchio

santono ferretti

SANTINO FERRETTI PINETO


In Italia, spesso si incontrano stranezze veramente difficili da comprendere. Una delle cose che ci siamo sempre sentiti dire è che la legge non ammette ignoranza. Pertanto, se un cittadino assume un comportamento contro la legge, non può giustificarsi dicendo: non conoscevo la legge. Orbene, proviamo a pensare ad un cittadino che invece voglia rispettare le leggi. Innanzitutto, vivendo in Italia, Paese con più leggi che abitanti, il povero cittadino dovrebbe passare la vita e non gli basterebbe, trovandosi costretto a chiedere una lunga deroga alla vita normale, per poterle studiare tutte le leggi. Ammesso che colui che tutto può, volesse regalargli, al povero cittadino, una vita sufficientemente lunga per potersi studiare tutte le leggi, si troverebbe immediatamente a dover affrontare almeno due problemi grossi, che forse non possono avere soluzione. Il primo problema riguarda l’impostazione delle leggi. Infatti, le prime 20 pagine sono richiami ad altre leggi, con parole del tipo: visto il decreto tal di tale, considerato il comma x al punto y, ecc. Già le prime venti pagine ti fanno venire il dubbio se si tratta di una legge o di una presa in giro, ma, ipotizzando che il cittadino modello, superi indenne, grazie anche ad abbondandi dosi di tranquillanti e sedute psicoterapeutiche, le prime famigerate 20 pagine, si presenta subito il secondo problema. Infatti, il cittadino modello, avendole studiate tutte le leggi, si rende subito conto che esse si contraddicono l’un l’altra. Inoltre, gli capita di leggere dei testi normativi e di non capirli. Pertanto, sempre il cittadino modello, al fine di togliersi ogni dubbio, chiama 10 persone e ad ognuno di loro, chiede una interpretazione di quella norma. Con immensa sorpresa, si rende subito conto che le 10 persone, offrono 10 diverse interpretazioni, che con la sua arrivano ad 11. Il cittadino modello, dopo averle studiate tutte le leggi ed essere arrivati alla fine della sua lunga vita, giunge anche egli a scrivere una legge, fatto di un solo articolo e che dice: non è vero che la legge non ammette ignoranza, giacché le leggi sono ignoranti. Poi, per evitare diverse interpretazioni aggiunge: la legge, per non ammettere ignoranza, dovrebbe essere comprensibile, ma se la legge non la si capisce, il cittadino come fa ad essere sicuro di rispettarla? Vi sono poi situazioni ancora più strane. Il medico ad esempio, scrive una ricetta, il paziente la porta in farmacia e senza che nessuno dica niente, può venire in possesso del farmaco. Un architetto invece, elabora un progetto, sulla base delle norme tecniche. Questo progetto va in Comune o in Provincia o in Regione e il tecnico dell’Ente lo boccia, poiché interpreta la legge in modo diverso dall’architetto. Tutto ciò porta alla creazione di contenziosi, che mettono l’Ente in una condizione di poter esercitare un potere: quello della interpretazione della norma, foriera di atteggiamenti corruttivi. Talora, ci si adegua e quindi si cerca di oliare la macchina, come di usa dire, talaltra si finisce in tribunale, con dispendio di tempo e denaro, soprattutto per la lentezza della giustizia. In definitiva, per evitare di allungare molto il ragionamento, possiamo senz’altro convenire sul fatto che i veri danni, non derivano dai cittadini che ignorano la legge ma dalle leggi ignoranti che non sono comprensibili ai cittadini e che finiscono per essere delle terre di nessuno, dove l’interpretazione regna sovrana. Eliminare l’interpretazione, significa avere certezze sul chi ha ragione e chi ha torto, significa dare garanzie ai cittadini e significa sapere, prima ancora di interpellare un giudice se si sta nel giusto o nel torto. Il vero problema quindi è: l’interpretazione non può essere eliminata o non la si vuole eliminare? Beh, io mi fermo qui, interpretate pure il perché di questa decisione!

 

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