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Santino Ferretti: la fiducia del Senato con un ampio margine di voti.

santono ferretti

SANTINO FERRETTI PINETO


Ieri il Governo ha ricevuto la fiducia del Senato con un ampio margine di voti. Il giudizio sul nuovo esecutivo potremo darlo tra qualche tempo, quando, nel pieno dei suoi poteri, inizierà a dare corso al famoso contratto. In effetti, dare giudizi oggi, significherebbe semplicemente ipotizzare un qualche comportamento, mancando ancora, per questioni di tempo, elementi oggettivi su cui fondare un giudizio motivato. Ciò che invece può essere esaminato e valutato, perché i fatti sono realmente accaduti, sono, ad esempio, i governi della legislatura appena conclusa. Il giudizio poi, è tanto più veritiero ed oggettivo, se ad esprimerlo non è una sola, ma una moltitudine di persone. Ed infatti, a dare un responso negativo sui governi a guida PD, è stata una massa ragguardevole di cittadini italiani, che hanno collocato tale gruppo politico al ruolo della marginalità, nonostante partisse da una buona fetta di consenso. In tali situazioni, una classe dirigente capace, dotata di buon senso e protesa a dare una prospettiva alla propria parte politica, prenderebbe atto di un tale fallimento, per avviare una riflessione che possa sfociare in una totale ristrutturazione dell’assetto dirigenziale. Il giudizio espresso il 4 marzo, si fonda su due aspetti, uno relativo alle scelte programmatiche, per nulla condivise e in netto contrasto con il pensiero che avrebbe dovuto ispirare una compagine come quella del PD, l’atro relativo al modo di agire. Infatti, provvedimenti come l’eliminazione del voto per le Province e l’idea di eliminarlo anche per il Senato, ha segnato una tipica espressione di una destra non economica o fascista, peggio ancora: ignorante ed arrogante. L’idea di riformare la scuola senza nessuna riflessione e confronto, ma con atto di assoluta tracotanza e l’eliminazione delle tutele per i lavoratori con una precarizzazione assurda, hanno segnato uno dei momenti più oscurantisti per il Paese. Tutte queste pessime scelte, sono state condite da un modo di fare sprezzante e offensivo per la democrazia, al punto che si è cercato di modificare la Costituzione, nonostante i cittadini non l’avessero mai chiesto, a colpi di fiducia. A rincarare la dose circa il carattere antidemocratico di quel modo di fare, c’è stata la critica del PD a quelle forze di opposizione a cui, tolta la loro prerogativa di potersi esprimere con tagliole e canguri, hanno necessariamente dovuto esprimere il loro disappunto con azioni forti, ma mai violente o pericolose. Orbene, finita la legislatura nel peggiore dei modi per chi ha usato lo strumento dell’arroganza istituzionale, anziché rimuovere quei personaggi che hanno portato ad un tale livello di degenerazione, si continua a criticare chi oggi è forza di Governo, in modo del tutto pretestuoso. Si persevera nell’ignorare due fatti essenziali e cioè che le forze di governo sono espressione della volontà popolare e che detta volontà è figlia dell’arroganza, mista ad ignoranza politica ed istituzionale dei precedenti governi. Evidentemente, il distacco dalla realtà è talmente profondo, al punto che se ci sarà un futuro per la Sinistra in Italia, di sicuro non va ricercato in questi personaggi e partiti, che oggi ne sono una triste e pessima rappresentazione. Intanto il Governo si prepara ad entrare nel pieno dei suoi poteri e finalmente potremo vederlo all’opera. Le persone di buon senso aspettano per poterlo giudicare sulla base dei fatti, altri invece lo hanno già fatto, finendo per esprimere, piuttosto che un giudizio sul governo, su loro stessi.

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