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Santino Ferretti :il far west della politica.

santono ferrettiIn questi giorni si parla molto dell’atteggiamento di Mattarella, che di fatto ha impedito ad un Governo, espressione di una maggioranza parlamentare, di poter nascere. Il dibattito verte in particolare, sul veto posto rispetto al nome di un Ministro proposto dal Presidente del Consiglio incaricato. In merito a questi fatti, proviamo a sviluppare dei ragionamenti da cittadino comune, senza invocare nessuna forma di competenza in tema di Diritto Costituzionale, limitandoci a porre delle domande ricorrenti nei dibattiti di strada. Se il Presidente della Repubblica (PdR) può mettere il veto sul nome di un Ministro, in teoria, potrebbe metterlo su tutti i nomi presenti nella lista dei Ministri proposti. In astratto, supponiamo che un Presidente del Consiglio incaricato, dopo aver stilato, con l’approvazione dei partiti di maggioranza (espressione della volontà popolare), una lista dei Ministri, si presenti dal PdR. Quest’ultimo, secondo l’assunto dei molti giudizi di questi giorni, potrebbe porre il veto su ognuno di essi e ipotizziamo che a questo punto, il Presidente incaricato, per spirito di collaborazione, intavoli una trattativa con il capo dello Stato, in modo da condividere una lista dei Ministri. In tal caso il Governo potrebbe partire, ma la responsabilità dell’azione di Governo dovrebbe ricadere su entrambi, ossia sul PdR e sul Presidente del Consiglio, giacché entrambi hanno effettuato la scelta dei Ministri. Invece la responsabilità di Governo è noto essere solo del Presidente del Consiglio. Nel caso concreto, il PdR ha fatto una scelta che è di sua esclusiva prerogativa, ossia ha nominato il Presidente del Consiglio, affidando l’incarico a Conte. Avrebbe, nella sua discrezionalità e paradossalmente, potuto affidare l’incarico a chiunque, anche ad un esponente della minoranza. Tuttavia, al di là delle prerogative, il buon senso vuole che venga incaricato chi è proposto dalle forze di maggioranza e dunque bene ha fatto ad affidarlo al prof. Conte. Il dopo lo conosciamo. Successivamente, Mattarella, nel pieno dei suoi poteri, ha incaricato Cottarelli per cercare di fare nascere un Governo che non ha la maggioranza. Quindi si toglie un Governo legittimato dal popolo, per far nascere un governo legittimato dal PdR, in quanto non richiesto da nessuna maggioranza parlamentare, anzi con la contrarietà della maggioranza in Parlamento e per il fatto che lui stesso ha detto che avrebbe assunto una iniziativa. Da qui, indipendentemente dal Diritto Costituzionale, nasce una responsabilità politica del PdR che non gli era dovuta? Dunque, se Cottarelli viene sfiduciato, il cittadino qualunque si chiede, deve essere interpretata come una sfiducia anche nei confronti di Mattarella? Se il PdR, in qualità di garante della Costituzione e dell’unità d’Italia, in ragione di queste peculiarità, avesse posto il veto su eventuali Ministri che avessero manifestato idee anticostituzionali o contro l’Italia unita, avrebbe svolto pienamente il suo dovere. Averlo fatto sulla base di una proposta politica, lo porta ad assumere una responsabilità anch’essa politica? La politica si basa sul consenso, dunque se la scelta Cottarelli sarà bocciata, quale conseguenza ne dovrebbe trarre il PdR?

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