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Ryanair, per frenare le uscite arriva il bonus ai piloti

I voli nel caos: secondo l’associazione di categoria irlandese sono passati alla concorrenza 700 comandanti gialloblu in un anno. Ma non tutte le low cost e le compagnie sono uguali, anche se in Italia esplode il caso degli esodi da Cityliner. Ecco il confronto sugli stipendi

 

ROMA – Ora Ryanair tema la grande fuga dei suoi piloti. Per la Ialpa, associazione di categoria irlandese, in un anno avrebbero lasciato Ryanair circa 700 comandanti. E per chiudere la stalla prima di una corsa in massa tra le braccia di altre concorrenti ieri il Coo, il capo delle operazioni del vettore irlandese, Michael Hickey, ha inviato a tutti i piloti della compagnia una lettera nella quale, in sostanza nel ringraziare il loro lavoro, li invita per quanto possibile a “rinunciare” a dei giorni di permesso nelle prossime settimane (proprio per ridurre il numero di voli da tagliare, anche in futuro) e li ammansisce offrendo un bel bonus da 12mila euro per i “capitani” o 6mila per i primi ufficiali che restino al loro posto (quindi in azienda) almeno fino all’ottobre del prossimo anno.
Ci sono però delle condizioni: per ottenere il premio (che corrisponde anche a due mensilità medie) dovranno effettuare più di 800 ore di volo in questi 12 mesi, rinunciando a 10 giorni di riposo (i cosiddetti “Woff” o Working days off). Ma le buone notizie per chi sta in cabina di pilotaggio non finiscono qui. Improvvisamente, dopo anni di vacche magre, Ryanair sta “aumentando” le disponibilità economiche per gli addetti che restano fuori base a pernottare. Ci saranno per il “Out of base overnight” aumenti dagli attuali 28 euro a 75 euro per ogni notte, quasi il triplo. La lettera mostra in sostanza una prima crepa nella arcigna difesa della compagnia che fino a ieri faceva orecchie da mercante alle richieste di ritocco delle paghe (poche e sepolte spesso dalla minaccia di licenziamenti in caso di ricorso ai sindacati).

Ora dopo i 140 piloti usciti per entrare in Norwegian e i 700 complessivi che hanno abbandonato la cabina gialloblu, il numero uno di Ryanair O’Leary corre ai ripari. Un aumento degli stipendi potrebbe frenare l’esodo; anche se pure in Italia, c’è grande movimento tra i comandanti. Secondo Ivan Viglietti, responsabile dei piloti Uil Trasporti “Ryanair paga a caro prezzo la carenza di piloti esperti che scelgono ormai compagnie con contratti “veri” e siglati con l’accordo dei sindacati, che il suo management ha rifiutato ostinatamente dimostrando miopia. E Norwegian è un esempio che O’Leary dovrebbe seguire”. Ma non è tutto e non è solo Ryanair a doversi preoccupare della grande fuga dei piloti. “Anche Cityliner sta vivendo un momento non semplice – prosegue il capo dei piloti Uil – con 69 uscite negli ultimi mesi dovute proprio alle offerte migliorative che arrivano da altri concorrenti”.
In Alitalia però le cose vanno meglio per i comandanti. La paga oscilla tra i 2.500 di un neoassunto in cabina ai 10mila di un capitano con molti anni e migliaia di ore di volo di esperienza sulle spalle. Se un pilota Ryanair incassa tra 4.200 e i 6.600 quelli di easyJet, che resta una compagnia low fare, si va da 7.500 ai 15mila secondo uno studio della Uil. Più o meno quanto un collega che guidi un aereo Air Lingus. Cambiano però le tutele: al minimo quelle degli irlandesi di Ryanair, migliori – ed è un bene – quelle di Alitalia che paga però costi del lavoro più alti del 20% rispetto al vettore low cost.

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