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Roma, sputi contro il clochard: la notte brava della baby gang pubblicata su Instagram

Un raid in piena regola, nel cuore della notte, a due passi da Largo Argentina. Un gruppo di ragazzi, tutti sotto i 20 anni, prendono di mira, venerdì poco dopo le 2, un clochard che sta dormendo. Sputano all’indirizzo dell’uomo e riprendono la scena con il cellulare. La “bravata” deve finire sui social. I protagonisti sono amici – frequentano le stesse scuole e vivono negli stessi quartieri, dalla Cassia a Prati fino a Ponte Milvio – che insieme vogliono vivere un venerdì “alternativo” in Centro. Il tutto ripreso da quel Grande Fratello fai-da-te chiamato Instagram che sta diventando, con le sue storie usa e getta, veicolo per esibire sulla Rete le proprie “imprese” fuori dalla legalità. «Uomo che dorme», dice una voce narrante che al tempo stesso riprende la scena con il cellulare. La didascalia del video è eloquente: «Scozzi per il barbone». Il protagonista si avvicina al clochard e sputa sul suo volto, mentre la voce narrante ripete due volte “sudicio” e un’altra persona sghignazza. «Fuori da questa città», è la chiosa della storia virtuale che resta on-line per 24 ore, prima di sparire dal web, ma non dalla memoria delle centinaia di persone che l’hanno visualizzata. Il barbone sembra essersi reso conto di quello che è appena successo, si muove nel suo giaciglio di fortuna, ma capisce che è meglio non reagire.

VIDEO

TATUAGGI E CELLULARE
Quei ragazzi hanno le braccia tatuate, anche con simboli politici di chiara matrice estremista. Alcuni di loro hanno militato in organizzazioni neofasciste. Uno di loro è rimasto coinvolto negli scontri avvenuti a piazza Cavour nell’ottobre del 2016, che hanno visto fronteggiarsi violentemente ragazzi di Roma Nord e Roma Sud.  Poco prima del blitz a largo delle Stimmate, il gruppo è seduto su alcuni scalini, e continua a filmarsi. Birre alla mano parlano di droghe: «L’Mda (una delle più diffuse tra i giovani, soprattutto tra quelli che frequentano le discoteche, ndr) è la migliore al mondo», dice uno di loro. Gli altri intanto brindano al grido di “sieg heil”, condito anche da insulti omofobi che tutti si scambiano quasi a voler certificare la loro “mascolinità”.
I PRECEDENTI
Ma non è l’unica nottata alternativa del branco che ama scorrazzare per le vie del Centro con microcar ricoperte di adesivi dei movimenti politici giovanili in cui militano: pochi giorni fa gli stessi si erano ripresi mentre si divertivano a distruggere gli specchietti retrovisori delle auto in sosta, colpendoli con la loro macchina. Selfie di rito, video dimostrativo pubblicato sempre su Instagram, per accrescere la reputazione tra i loro compagni di classe e di scuola. Perché, ormai, le “bravate” sembrano avere valore soltanto se vengono documentate sui social. «Se io chiedo a mio padre 100 euro per una serata, lui mi risponde con una pernacchia», dice il 19enne che, poco prima, elogiava, bottiglia di birra alla mano, il “valore” dell’Mda, quasi a voler giustificare quei raid, privi di senso e intrisi di rabbia, per le vie del Centro. Un’ora dopo, lo stesso telefonino riprende il ritorno a casa di due della baby gang: sono le 4.47, come riportato sulla didascalia del video, e la microcar guida pericolosamente contromano su una strada che, a quell’ora, per fortuna, è deserta. Il weekend è ancora lungo, per la scuola c’è tempo fino a lunedì, quando si tornerà tra i banchi e si potrà già pianificare la prossima notte brava da videodocumentare.

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