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Roma, sistema Scarpellini: da Ciocchetti a Verdini case gratis ai politici

L’immobiliarista accusato di corruzione e finanziamento illecito perquisita la sede di Ala a fontana di Trevi dell’ex senatore toscano


In questi anni, dopo il suo arresto per corruzione insieme all’allora capo del Personale capitolino, più volte si era parlato del “sistema Scarpellini”. Il cui principale teorico era lui stesso, imprenditore pluriottantenne che non ha mai fatto mistero, nemmeno nei vari interrogatori con i magistrati, di aver finanziato politici di ogni colore. Di aver offerto case, uffici e utilità di ogni tipo per assicurarsi la loro benevolenza. Pochi giorni dopo il suo arresto, Scarpellini ha iniziato a collaborare. E ieri i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Barbara Zuin, hanno dato seguito alle sue parole arrestando Enzo De Santis, sindaco di Ponzano Romano per corruzione: avrebbe ricevuto 412mila euro di finanziamenti alla locale squadra di calcio in cambio di un occhio di favore per gli interessi dell’imprenditore nel suo territorio.

Il metodo era quello. E, ovviamente, gli interessi principali erano nella capitale. Una città che le ultime inchieste dipingono come un luogo dove per fare affari bisogna finanziare la politica. Ecco così che tra gli indagati spuntano i nomi dell’ex presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti del Pd (già condannato a 4 anni e sei mesi in secondo grado per Mafia Capitale), di Denis Verdini e del tesoriere di Ala, l’ex deputato Massimo Parisi, e dell’ex vicepresidente della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti dell’Udc. Tutti colpevoli, secondo la procura di Roma, di aver sfruttato la “generosità” tutt’altro che fine a se stessa dell’immobiliarista.

Coratti, non bastassero i soldi alla sua fondazione, ha vissuto per otto anni, senza pagare un euro d’affitto, in un appartamento di Scarpellini in piazza Cavour: gli inquirenti quantificano in quasi 300mila euro il valore di questa corruzione. Le carte raccontano come l’anziano imprenditore abbia dovuto brigare non poco per farlo andare via. Il gip Maria Paola Tomaselli, non a caso, ha disposto un sequestro preventivo da 287mila euro nei confronti dell’ex esponente dem.

È accusato di finanziamento illecito l’ex senatore Denis Verdini, perquisito ieri dai militari di via In Selci: la sua fondazione Apa ha avuto sede per due anni in un immobile di Scarpellini, a due passi da Fontana di Trevi. Perquisito anche l’ex vicepresidente della Regione Lazio ai tempi della giunta Polverini Luciano Ciocchetti: l’imprenditore non solo gli ha garantito una serie di bonifici ma gli ha anche ” prestato” un appartamento in via Lucrezio Caro. In questo caso, la stima del “favore” si aggira sui 200mila euro.
Tra gli indagati anche un consigliere del comune di Capena. E non è tutto. Al vaglio degli inquirenti anche le posizioni di altri politici (che sarebbero indagati). D’altronde il “sistema Scarpellini” era questo.

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