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Roma, racket case popolari a Ostia: sette condanne per il clan Spada. C'è aggravante mafiosa

Sono stati tutti condannati in primo grado per estorsione con l’aggravante dell’articolo 7, metodo mafioso, i 7 componenti del clan Spada arrestati nell’aprile del 2016 nel corso dell’operazione Sub Urbe. La sentenza é stata letta alle 12.30 di oggi dopo una camera di Consiglio di due ore.
Il processo, istruito dai pm Ilaria Calò e Eugenio Albamonte, ha portato alla luce un racket delle case comunali di via Baffigo gestito dalla famiglia Spada che con minacce e angherie decideva a chi andavano assegnati gli alloggi. Preziosa la collaborazione di una coppia vittima dello sfratto da parte del clan di Ostia che ora vive in regime di protezione.

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La condanna di oggi in cui viene riconosciuto il metodo mafioso è la terza sentenza che riconosce la mafiosita’ del clan nomade del X Municipio. Nel giugno del 2016 tocco’ a Romoletto, Carmine Spada, condannato a dieci anni per estorsione con aggravante dell’articolo 7. Nel gennaio 2017 per Armando Spada, cugino del boss, arrivò condanna a 6 anni per corruzione con aggravante del metodo mafioso per essersi appropriato di uno stabilimento di Ostia nel 2012 con la complicità dell’allora direttore dell’Ufficio tecnico del Municipio decimo Aldo Papalini. Dai 5 ai 13 anni le pene erogate con  l’immediato risarcimento delle parti civili e delle vittime. “Questa sentenza riconosce l’ottimo lavoro della procura di Roma e della polizia giudiziaria – ha dichiarato l’avvocato Giulio Vasaturo dell’associazione Libera, parte civile nel processo Sub Urbe – Le severe condanne contro gli esponenti del clan Spada confermano che lo Stato sa porsi concretamente al fianco di chi denuncia le organizzazioni criminali radicate nel territorio di Ostia”.

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