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«Roma, l'unica capitale Ue con gli indicatori in calo»

Foto d'archivio
di Carla Massi
Dall’analisi dell’economia del Paese al diabete dei romani. Il convegno Crescita Vs Crisi che si è svolto a Roma è passato dalle parole del ministro dell’Economia Padoan («Basta autoflagellarci, altri stanno peggio») all’annuncio del direttore dell’Istituto superiore di sanità Ricciardi: «Roma è l’unica tra le capitali dell’Unione europea che ha peggiorato i suoi indicatori di salute negli ultimi anni».
I romani, in sintesi, stanno molto male. Le loro condizioni fisiche sono precipitosamente crollate e, visto lo stato, rischiano, per questo, di avere vita breve. Davvero un fulmine. Capace di scatenare una bagarre. Uno scontro ideologico sulle cardiopatie, le dipendenze o l’obesità di chi vive nella Capitale. «Tutti gli indicatori, da quello più solido che è l’aspettativa di vita e la mortalità infantile – aggiunge – a quello per patologie tumorali, fanno riscontare un peggioramento della situazione dei cittadini romani rispetto al resto d’Italia».
LE CURE
Ultima, secondo questa classifica, in Europa e nel suo stesso Paese. Come un vero professore Ricciardi va avanti analizzando lo stato di salute di chi abita nella Capitale patologia per patologia. Quanto al diabete il direttore dell’Istituto ha parlato della prevalenza della malattia «che si attesta tra i 6 e il 7% della popolazione romana mentre la media italiana è del 5%». Quando affronta il capitolo tumori fa confronti e tira conclusioni: «Se hai una patologia neoplastica e vivi in una regione del Nord ha un trattamento e quindi un’aspettativa di vita maggiore rispetto a quella romana».
Dal tasso di glicemia dei romani all’attacco politico il passo è breve. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha organizzato l’incontro, associa il ritratto sanitario disegnato da Ricciardi al degrado della città. Abbina il peggioramento recente delle condizioni fisiche dei cittadini a «un grande declino sociale e legale di Roma, in particolare un declino delle fasce più deboli».
E poi, un nuovo allarme. «La mia impressione è che Roma è piena di droga – dice Beatrice Lorenzin – Rivediamo le siringhe per strada, rivediamo i tossici, gli spacciatori di eroina. Siamo pieni di cocaina. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse più, in realtà aggredisce tutti i ceti sociali e tutte le età, insieme all’alcol».
L’ATTACCO
Scetticismo da parte dei medici, risposta immediata e secca dal Movimento 5 Stelle. Dal capogruppo alla Camera Simone Valente che si rivolge direttamente al ministro della Salute contestando le sue parole nei confronti della città. E il probLela Capitale si sposta su un altro piano. «Quando parla della situazione sanitaria a Roma il ministro Lorenzin sta facendo un atto di autoaccusa o sta puntando il dito contro la Regione Lazio? Perché, francamente, oltre a sparare pensieri in libertà vorremmo comprendere se il responsabile di ciò sarebbe la Regione, che gestisce il sistema sanitario anche della Capitale, oppure lei stessa, dal momento che negli ultimi anni alla sanità nazionale sono stati tagliati 4,6 miliardi di euro, 12 milioni di italiani rinunciano e posticipano le cure e il personale medico sanitario da anni è bloccato il turn over». E dalla senatrice M5S un tweet: «Una domanda ai romani: ma abitavate tutti in Svizzera prima?». «La Lorenzin s’è svegliata! – ancora su il M5S Roma su Facebook – Ha scoperto che esiste la droga, gli spacciatori, gli assuntori».
IL SUD
Roma, da chi analizza la salute dei cittadini, sarebbe ormai diventata la prima città del Mezzogiorno. Come precisa Ricciardi nel momento in cui sottolinea la differenza del livello di assistenza nelle varie regioni. «I cittadini che rinunciano per motivi economici alle cure al Nord sono molti di meno rispetto al Sud. E il Sud Italia comincia a Roma».
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