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Roma, dall’Atac in crisi premi agli autisti per fare più corse

In busta paga 350 euro in caso di zero assenze. Ferrovie, Comune-Rfi: accordo da 570 milioni per chiudere l’anello


ù corse fai, più soldi ricevi” . Questo in sostanza il senso dell’accordo ” storico”, secondo la definizione di Atac, siglato tra l’azienda capitolina dei trasporti e da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl autoferrotranvieri e Faisa Confail. Il guaio è che i mezzi sono scassati e non camminano. Potrà il premio di produttività realizzare il miracolo di farli marciare di nuovo?
“Questa è una presa in giro: Atac non ha i soldi per la manutenzione delle vetture ed elargisce premi ad autisti e operai? – attacca Claudio De Francesco, segretario generale Mobilità per Faisa Sicel – La verità è che vogliono spingere gli autisti a uscire in strada anche con vetture non perfettamente funzionanti, ad esempio con gli impianti di aria condizionata guasti”. “Il premio è fondato su un budget chilometrico tarato sulla vetustà dei mezzi e sul rapporto mezzi personale dei singoli depositi”, risponde Daniele Fuligni, che per Filt Cgil ha firmato l’accordo.

I premi scattano quando, nel trimestre luglio-settembre, la singola rimessa raggiunge un determinato valore di produzione: per Tor Sapienza 2.984.006 km, per Portonaccio 2.401.990, Tor Vergata 2.521.882, Tor Pagnotta 2.964.926, Acilia 1.410.362, Magliana 2.724.386, Grottarossa 4.358.243. Per la rimessa di Porta Maggiore, dove il periodo di tempo è dilatato fino a novembre per i lavori sui binari, la soglia da superare è di 1.133.990 km.
L’accordo prevede anche una gradualità dei premi a seconda dei giorni di presenza e di guida effettiva del lavoratore, tenuto conto delle ferie programmate: 350 euro in busta paga entro novembre in caso di zero assenze e zero mancata guida effettiva, 230 euro con 2 giorni di assenza o mancata guida effettiva, 170 euro con 5 giorni di assenza o mancata guida effettiva. Saranno inoltre premiati con una ulteriore somma gli autisti e operai delle rimesse che raggiungeranno livelli di produzione superiori al 102% del valore indicato.
E se per far marciare i mezzi Atac ricorre al premio di produttività, il Campidoglio rilancia la cura del ferro, chiusura dell’anello ferroviario e nodo del Pigneto in primis, siglando un accordo di programma con Rfi, Rete ferroviaria italiana, e Fssu, Ferrovie dello Stato sistemi urbani, “È un protocollo che coniuga mobilità e urbanistica ” , dichiara la sindaca Virginia Raggi. “Abbiamo rimesso in ordine tante iniziative intraprese negli anni e per varie ragioni mai portate a termine”, chiarisce Maurizio Gentile, ad di Rfi. Le opere elencate nell’accordo sono tante, ma per molte i tempi rimangono incerti, così come i finanziamenti.
Per la chiusura dell’anello ferroviario da Vigna Clara all’innesto sulla Roma Firenze il costo stimato è di 570 milioni interamente finanziati da Rfi, grazie all’accordo di programma con il Mit, manca però il cronoprogramma degli interventi. Tra le opere già iniziate c’è anche il completamento del nodo Pigneto, dove le ferrovie regionali incroceranno la metro C. Il Comune ha ceduto un parcheggio sulla Tiburtina a Rfi per un controvalore di 12 milioni che, integrato ai fondi già impegnati dalla controllata di Fs, permetterà di tombare completamente il vallo ferroviario che separa la Prenestina dalla Casilina. L’assessore regionale ai Lavori pubblici Mauro Alessandri ci tiene a chiarire che “l’investimento per la chiusura dell’anello è previsto all’interno dell’accordo di programma da 2,7 miliardi sulla rete ferroviaria del Lazio sottoscritto tra Regione e Rfi all’inizio del 2018, mentre per il nodo del Pigneto la Regione ha erogato 24 milioni”.

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