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Roma, cinquemila cartelloni abusivi. Il Campidoglio non li rimuove

Inutilizzati i fondi contro le insegne fuori legge, nonostante le multe dei vigili urbani


I vigili multano i cartelloni abusivi, ma nessuno li rimuove. Così prolifera la giungla degli impianti pubblicitari. Eppure il Piano regolatore degli impianti ( Prip) è pronto da oltre tre anni: l’attuale maggioranza l’ha ereditato dalla ex giunta Marino ma non ha ancora pubblicato i bandi che permetterebbero di ripristinare la legalità e rilanciare il settore.
Perché la stasi attuale avvantaggia i ” furbetti” a danno della città. La polizia locale nel periodo tra settembre del 2016 e lo stesso mese dell’anno successivo ha elevato 5010 multe per abusivismo, ” di tutti quei cartelloni fuorilegge – avverte il consigliere comunale dem, Orlando Corsetti – non ne è stato rimosso neppure uno”.
Eppure i fondi ci sono. A bilancio risultano 170mila euro già disponibili per ” sradicare” tutte le plance senza permessi. “A oggi – prosegue Corsetti – il piano per il riordino è ancora congelato, i bandi dovrebbero partire nei prossimi mesi”. Nell’ultimo assestamento di bilancio la maggioranza M5s ha proposto e approvato un emendamento che ha tagliato ” di 50mila euro la spesa per la rimozione dei cartelloni – assicura il consigliere comunale del Pd – quei soldi sono stati destinati, per quello che sappiamo, al finanziamento di un viaggio negli Stati Uniti per promuovere l’immagine di Roma all’estero”.
Un’operazione utile anch’essa. Ma che in questo caso confligge con l’altro interesse: incrementare gli introiti nelle casse comunali e garantire i decoro sulle nostre strade.
Degli oltre 27mila impianti pubblicitari montati sui tetti dei palazzi, nelle piazze, sulle consolari, il 10 per cento è di proprietà del Comune (circa 2mila plance), e costano, a chi ne vuole usufruire, tra i 400 e i 500 euro l’anno. La restante parte è di proprietà dei concessionari, che pagano al Comune una cifra che si aggira tra gli 80 e i 100 euro all’anno a seconda della zona della città: la cifra non è alta, ma considera il rischio di impresa di chi corrisponde l’affitto al Campidoglio e non ha la certezza di affittare lo spazio. ” Allo stato attuale, con le rimozioni bloccate – insiste Corsetti – nei nostri quartieri ci sono migliaia di impianti abusivi: è un danno enorme per il decoro cittadino, per le casse comunali “.
L’escamotage impiegato dai furbetti è quello di chiudere le società, interrompere il pagamento del contributo al Comune senza abbandonare gli impianti e mantenendo la pubblicità. Un bel danno, al quale il Campidoglio non ha ancora fornito una risposta efficace e di sistema.
Il primo atto della strategia messa in campo dall’amministrazione risale al 13 novembre 2017, quando la giunta pentastellata approvò a palazzo Senatorio i piani di localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari, ratificando il piano messo a punto dalla consigliera regionale Marta Leonori, all’epoca assessore al Attività produttive della giunta Marino.
Da allora, i bandi non sono mai partiti. Una stasi che vanifica l’impegno dei caschi bianchi: gli agenti della polizia locale tra il 2016 e il 2017 hanno individuato e multato 413 furbetti nel centro storico, 536 sul litorale, 399 impianti ” fuori legge” sulla Tuscolana: eppure gli enormi cartelloni ( 6 metri per 3) sono ancora in cima ai palazzi in piazza Cinecittà, come, più in centro, in via Bissolati. La giungla della pubblicità senza titolo prolifera sulla Salaria. In attesa che il Campidoglio pubblichi i bandi del “Prip” dando il via alle rimozioni.

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