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Riprese le consultazioni di Fico, europeisti e autonomie insistono su Conte

AGI – Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha ripreso questa mattina le consultazioni del suo mandato esplorativo. A Montecitorio sono stati ricevuti per primi i rappresentanti del Gruppo ‘Europeisti – Maie – Centro Democratico’ del Senato, che hanno insistito per un reincarico a Giuseppe Conte. Nella delegazione c’era anche la senatrice Mariarosaria Rossi, ormai ex FI e in passato a lungo strettissima collaboratrice di Silvio Berlusconi.

“Speriamo si arrivi a una soluzione al più presto”, ha detto al termine Ricardo Merlo, esponente del gruppo Europeisti-Maie-Cd del Senato, e ha spiegato che sono “due le emergenze da affrontare subito: l’emergenza sanitaria e quella economica”. Dunque, bisogna “archiviare al più presto questa crisi politica, l’Italia ha bisogno di un governo forte e di una maggioranza coesa con un programma condiviso. Il nostro gruppo rafforzerà la maggioranza e darà il proprio contenuto, siamo disponibili a collaborare a costruire un programma, pronti a confrontarci su tutto e siamo convinti che la persona giusta per portare avanti il governo sia Giuseppe Conte, unico punto di equilibrio possibile“. Infine, Merlo ha assicurato che si sta già “lavorando sul programma, sicuramente ci saranno altre occasioni di incontro e sarà il presidente Fico a informare” sulle modalità.

È stata poi la volta del Gruppo Parlamentare “Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)” del Senato. “Abbiamo ribadito al presidente Fico la nostra indicazione per un incarico al presidente Conte perchè riteniamo che sia la garanzia di una soluzione rapida e che possa garantire continuità con il lavoro del precedente governo, lavoro che per quanto ci riguarda è stato particolarmente soddisfacente”, ha detto il senatore Gianclaudio Bressa, in rappresentanza del gruppo delle Autonomie di palazzo Madama.  “Credo – ha aggiunto – siano previsti già oggi incontri per definire le questioni programmatiche”. 

Riccardo Nencini, a nome della componente Socialista, dopo la consultazione alla Camera ha riferito: “Stiamo ragionando di un governo da oggi alla fine della legislatura, e i governi di fine legislatura, nell’esperienza non dico della Prima Repubblica ma anche nell’esperienza della cosiddetta Seconda Repubblica sono stati quasi sempre, da Dini a Gentiloni, governi di passaggio, definiti ‘balneari’ dai politologi, anche se lavoravano in periodo primaverile o invernale. Oggi stiamo lavorando invece per una condizione decisamente diversa”. 

Anche per il leader del Centro Democratico, Bruno Tabacci, un governo politico guidato da Conte “rimane il punto di equilibrio”. Tabacci ha aggiunto: “Il governo del Presidente è un governo che non dispone preventivamente di una maggioranza parlamentare. L’opposizione ha detto che vuole andare a votare, il Presidente della Repubblica ha bisogno di elementi certi e se non c’è una maggioranza il governo lo fa Mattarella, inutile chiamarlo con altri nomi”.     

La seconda giornata di consultazioni si è conclusa con  il gruppo parlamentare Misto del Senato (limitatamente ai componenti che fanno riferimento alla maggioranza). Ma ciò non significa che il lavoro di Fico sia terminato. Ed era già chiaro ieri sera, quando tutti i ‘big’, lasciata la Biblioteca del Presidente al primo piano della Camera, hanno parlato espressamente di “altri incontri, altri momenti di incontro anche con le altre forze politiche”, aveva detto ad esempio Vito Crimi.

Oggi il rappresentante delle Autonomie, Gianclaudio Bressa ha aggiunto: “Credo che siano previsti già oggi incontri per definire puntualmente le questioni programmatiche“. Le modalità dei nuovi colloqui sono ancora da definire e, riferiscono fonti parlamentari dei partiti consultati, si attendono indicazioni da Fico, che “si è riservato di farci sapere il metodo”.

Le forze politiche che sostenevano il governo Conte II, dunque, poichè il primo step della verifica affidata al presidente della Camera si sta concentrando sul programma e sui contenuti, prevedono già per oggi delle convocazioni per incontri più puntuali sui temi che dovranno andare a comporre il ‘patto programmatico’ chiesto da Iv e M5s, e condiviso dagli altri partiti. Ma non si tratterà, è il ragionamento che fanno le stesse fonti, di tavoli con i ‘big’. Anche se, viene sottolineato, sarà “indispensabile” che i leader trovino “una sintonia, oltre che sul programma, anche sugli assetti” (leggasi squadra).

Nodi che, secondo alcune fonti qualificate, potranno essere sciolti anche “al di fuori delle consultazioni di Fico, per poi fare una sintesi complessiva”.   Insomma, accanto al lavoro sul programma, la cui scrematura e definizione sarà messa a punto dai ‘mediatori’ delegati dai partiti (almeno è questa la linea che sembra prevalere ad ora), servirà anche un momento di incontro e confronto tra i leader, è la convinzione. Colloqui che potrebbero svolgersi in un incontro ‘collegiale’ (potrebbe tenersi già domani mattina), ma anche in questo caso le modalità (e la tempistica) sono ancora da definire.

Il tempo stringe: martedì Fico dovrà riferire al Quirinale.  I partiti si attendono che indichi quali saranno gli step successivi, prima di quel giorno. L’ultimo nodo, quello sul nome del premier, come ripete da giorni Italia viva, si scioglierà solo dopo, una volta trovato una accordo sul programma, su come portarlo a termine ma anche, lascia intendere qualcuno, su alcuni ‘posti chiave’. 

Fonti del Quirinale, intanto, hanno fatto sapere che è destituita di ogni fondamento la notizia, apparsa oggi su alcuni giornali, che il presidente della  Repubblica Sergio Mattarella abbia contattato, da quando si è aperta la crisi di governo, il presidente Mario Draghi. 

Una nota di Palazzo Chigi sottolinea invece che il riserbo e il silenzio del presidente del Consiglio sono un doveroso e rispettoso ossequio non solo alla delicata situazione politica che sta vivendo il nostro Paese, ma anche al lavoro che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente della Camera, Roberto Fico, stanno svolgendo in questi giorni, di concerto con le forze politiche chiamate in causa, per tutelare l’integrità delle Istituzioni e l’interesse dei cittadini italiani. 

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