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Riforma Copyright Ue, Lega e 5S: "E' un bavaglio". Il Pd: "Falso, si colpisce chi non tutela il diritto d'autore"

La direttiva al voto a Strasburgo. La maggioranza gialloverde contro la direttiva Ue. Per i dem: “Si schierano con chi fa soldi a palate grazie alla concorrenza sleale”
ROMA – L’Italia si presenta divisa al voto sulla nuova direttiva europea sul copyright. Da un lato la maggioranza Lega M5s e dall’altro al Pd. E se i gialloverdi gridano al “bavaglio”, i democratici cercano di smontare “le bugie che stanno circolando sul provvedimento”. L’ultimo intervento del Parlamento Europeo in materia risale al 2001, un’epoca geologica fa rispetto allo sviluppo delle nuove tecnologie. Al centro della discussione è l’articolo 13 della bozza che secondo Lega e M5S censurerebbe gli utenti in rete mentre per il Pd garantirebbe i legittimi titolari di opere protette dal diritto d’autore.
Salvini: “Il Parlamento europeo vuole imbavagliare la Lega”. Ad intervenire nel dibattito è il vicepremier Matteo Salvini. Prima con un tweet: “Oggi il Parlamento europeo potrebbe imporre nuove barriere, filtri e restrizioni alla rete, cercando di imbavagliare noi, ma soprattutto voi! Viva Internet libero! E pieno supporto a Wikipedia per l’azione di forza”. E in un video Salvini spiega che “parte della rivoluzione che stiamo facendo è anche grazie alla rete” ed è per questo che “qualcuno in Europa la vuole imbavagliare. Occhio, teniamo le orecchie aperte” perche vogliono che “torniate a informarvi solo sulle radio ufficiali, le tv ufficiali e i giornaloni ufficiali alla Repubblica. Un bacione a Repubblica e l’Espresso che sono divertentissimi. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli”.

Il M5S: “Questa riforma è un bavaglio”. Sugli stessi toni anche gli interventi del ministro del Lavoro Luigi Di Maio che aveva definito la riforma “un bavaglio alla libertà della Rete”. Posizione argomentata da Mirella Liuzzi, segretario di presidenza a Montecitorio: “Il diritto fondamentale alla libera condivisione della conoscenza non è negoziabile. Sia chiaro, qui non è in discussione il fatto che gli autori siano ricompensati per il loro lavoro ma l’uso improprio del copyright che serve per coprire le carenze strutturali di un settore come quello dell’editoria che non ha ancora saputo vincere la sfida del digitale”.
Il Pd: “Lega e 5stelle dicono falsità”. E una ribattuta punto per punto su tutte le “falsità che circolano in questi giorni sulla riforma Ue del copyright” è stata fatta dagli eurodeputati del Pd. Per i dem: “E’ falso che l’art.13 “avrà effetti sull’intera struttura Internet”. Questo, infatti, spiegano gli europarlamentari del Pd, “riguarda esclusivamente le piattaforme che ospitano contenuti creativi coperti dal copyright e che ottimizzano tale materiale, facendo ingenti guadagni senza corrispondere nulla o molto poco ai titolari di diritti. Si escludono i servizi che non agiscono per scopi commerciali come Wikipedia, Dropbox e software open source”. Ma nel partito non mancano posizioni diverse. Come quella dell’eurodeputato Daniele Viotti che ha annunciato il voto contrario alla direttiva.
Per Francesco Boccia, ex presidente della Commissione Bilancio per il Pd: “Si tratta di un segnale di civiltà che serve a tutelare gli utenti. Chi come Lega e M5S grida al bavaglio in realtà si schiera con chi fa soldi a palate grazie alla concorrenza sleale e poi magari mette i soldi nei paradisi fiscali”.

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