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Rifiuti Roma, porta a porta nel caos: uova contro i netturbini

Presi di mira tre operatori. La Cgil: colpa dell’inefficienza dell’azienda


Lancio di uova agli operatori Ama. Ieri mattina altri tre dipendenti sono stati vittima della rabbia dei romani per il pessimo servizio rifiuti dell’azienda. Stavolta è successo a Scalo San Lorenzo, dove è ancora in vigore il porta a porta tradizionale. ” Ma anche il nuovo funziona malissimo ” , fa presente Natale Di Cola, segretario Fp Cgil Roma e Lazio. E il servizio pubblicato il 18 settembre su Repubblica documenta il flop in X municipio, il primo con l’Axa ad essere coinvolto nel nuovo servizio, che comporta tre ritiri a settimana invece di nove.

Esasperati dai cumuli di sacchetti nei cortili ancora non ritirati, ignoti hanno sfogato il loro malcontento contro i malcapitati operatori impegnati nella raccolta con il furgone del porta a porta, dove sono rimaste le tracce delle uova lanciate, soprattutto sui sedili e sul finestrino.

Non è la prima volta che i dipendenti sono vittime incolpevoli: il 7 agosto, per esempio, due lavoratori sono stati aggrediti fisicamente a Settecamini. Da questo episodio è partita la richiesta dei sindacati ad Ama per un tavolo sulla sicurezza. I sindacati chiedono di identificare le aree e i turni più a rischio e di trovare un modo più veloce di rispondere alle segnalazioni dei cittadini”.

“Come troppo spesso accade la difficile situazione sul territorio, causata da un servizio inefficiente, si scarica su chi opera tra i cittadini – denuncia un comunicato congiunto Cgil e Fiadel- Purtroppo l’azienda non è in grado di rispondere tempestivamente. Ci aspettiamo, anche alla luce di quanto emerso al tavolo sulla sicurezza del 19 settembre, che almeno si prendano pubblicamente le difese di chi compie solo il proprio dovere”. Il riferimento è alla mancanza di qualsiasi condanna pubblica delle aggressioni.

“Atac almeno diffonde comunicati in cui si schiera a fianco dei dipendenti offesi, non ci risulta invece che Ama abbia mai agito in tal senso” , precisa Di Cola. “Resta un problema la mancanza di risposte anche operative – riprende il comunicato – i colleghi hanno coperto i sedili come meglio potevano, in assenza di furgoni sostitutivi”.

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