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Renzi e Conte, sfida per la  top ten dei premier più longevi

AGI – E se i veri motivi della crisi politica in corso si potessero facilmente scoprire su Wikipedia? Se il braccio di ferro tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi potesse essere spiegato con una classifica facilmente consultabile su Internet? Uno dei proverbi più gettonati della storia, recita che “a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca”, e non a caso è stato portato al successo dal più scaltro e navigato uomo politico della Repubblica: Giulio Andreotti. Il quale, probabilmente, voleva dirci che spesso, dietro alle crisi più complesse e alle manovre di Palazzo più spregiudicate, può nascondersi il motivo più semplice, talvolta banale, che il più delle volte è la semplice antipatia tra due persone.

Ora, che tra Conte e Renzi non corra buon sangue da quando i due hanno cominciato a calcare assieme la scena politica di casa nostra non è un mistero, ma un elemento intrigante a tutta la letteratura corrente sui rapporti tra i due può essere aggiunto scrutando la classifica dei presidenti del Consiglio che hanno governato per più tempo dalla proclamazione della Repubblica. Ebbene, dopo aver scorso i nomi dei pesi massimi della storia remota e più recente del dopoguerra (che vedono sul podio Silvio Berlusconi, il citato Andreotti e Alcide De Gasperi), nelle posizioni di alta classifica si può notare che la piazza più prestigiosa attualmente contendibile è quella di decimo premier della storia repubblicana. 

Questo perché, a cavallo della top ten dei capi di esecutivo più longevi della Repubblica, ci sono due politici ancora in attività. Uno dei due ancora in carica: l’attuale premier Conte, infatti, con 952 giorni (all’8 gennaio) passati a Palazzo Chigi tra primo e secondo governo, compreso il periodo della gestione degli affari correnti intercorso tra i due suoi esecutivi, occupa l’undicesima posizione.

Sopra di lui, è a questo punto facilissimo intuire chi chiude la top ten: la stessa persona, cioè, che potrebbe impedirgli di entrare nell’empireo repubblicano: Matteo Renzi, infatti, lo precede di una posizione con 1024 giorni in carica (sempre compreso il periodo degli affari correnti e sempre aggiornato all’8 gennaio). Calcolatrice alla mano, è facile constatare che la strada per la top ten, senza l’intoppo della crisi in corso e complice il semestre bianco in arrivo in estate, per Conte sarebbe stata decisamente in discesa, visto che al solo un mese e dieci giorni lo separerebbero dal “sorpasso” sull’ex-sindaco di Firenze. Per la precisione, l’avvicendamento potrebbe verificarsi il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione.

Le questioni sul tavolo del contenzioso, naturalmente, sono complesse e non dissimili da quelle alla base di ogni crisi politica, ma non è lunare assegnare al fattore vanità la giusta dose di influenza che questo ha sempre avuto su ogni evento politico. D’altra parte, quando Renzi entrò nella top ten dei presidenti del Consiglio, scavalcando un’icona della Prima Repubblica come Giuliano Amato, la cosa fu adeguatamente messa in rilievo dallo staff del diretto interessato.

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