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Renzi: “Di Maio attacca la libertà di stampa. E a me dicevano caudillo”

L’ex premier: “Mai visto in Italia ministro tifare per licenziamenti. Serve davvero una resistenza civile”


ROMA – “Per mesi hanno insultato, deriso, calunniato molti di noi. Ci hanno rovesciato addosso quintali di fango. E tutti in silenzio a guardare l’aggressione. Qualcuno addirittura ci diceva: ‘Ma dai, fateci un accordo. Non vedete che alla fine sono dei bravi ragazzi?’. Poi Di Maio e i cinquestelle hanno tirato giù la maschera e adesso fanno il tifo per la chiusura dei giornali: un ministro del lavoro che si compiace dei licenziamenti, un vicepremier che attacca la libertà di stampa. Mai visto in italia. Altrove sì, ma non in italia”. L’ex premier Matteo Renzi interviene su Facebook in merito all’attacco del vicepremier Di Maio contro Repubblica e l’Espresso.

“E allora, finalmente, la reazione unanime. Meglio tardi che mai – prosegue Renzi – quelli che davano a me del caudillo e mi accusavano di deriva autoritaria perché volevo abolire il Cnel, che dicono adesso di chi vuole distruggere l’Europa e comprimere la libertà di stampa? Volevano abolire la povertà e hanno abolito solo il senso del ridicolo. Ogni giorno è più chiaro perchè serva davvero una resistenza civile”.

“Tifare per la chiusura dei giornali è una cosa incivile. Le parole di Di Maio sono l’ennesima prova della vera natura del M5s. Noi siamo altra cosa ed è stato giusto evitare ogni accordo con loro”, aggiunge su Twitter il senatore Pd Ernesto Magorno.

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