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Regionali Sicilia, il sindaco Orlando contro Pd e Mdp: "Il Titanic è affondato"

Segreteria regionale Pd “Inadeguata”, Mdp “schizzofrenico” poi la stoccata: “Pesa come un macigno l’esperienza di Rosario Crocetta, quella che io ho definito una “calamità istituzionale”
entre i primi dati tardano ad affluire, i comitati elettorali iniziano a dare una lettura del voto. Non ancora quella dei candidati – il portabandiera del centrosinistra Fabrizio Micari, ad esempio, parlerà «non prima delle 10, quando il risultato sarà un po’ consolidato» – ma almeno quelle dei big che li hanno sostenuti.
Nel comitato di Micari, ad esempio, di buon mattino c’è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, uno dei kingmaker della candidatura del rettore, dato da exit poll e prime proiezioni al terzo posto dietro Nello Musumeci (centrodestra) e Giancarlo Cancelleri (M5S): così, sotto i riflettori finisce la mancata alleanza con la sinistra di Claudio Fava. «Se continueranno a dire di no – dice Orlando – saranno minoritari».
Il sindaco di Palermo si concede velocemente ai giornalisti prima di prendere un aereo, ma mentre scappa c’è tempo per una domanda sull’abbraccio con gli alfaniani, che secondo gli exit poll avrebbero portato alla coalizione meno voti di quanti ne ha ottenuti la sinistra, che invece si è sganciata. Un tema sul quale Orlando glissa: «Il Titanic è affondato – taglia corto il sindaco di Palermo – e non è il momento di stare a guardare com’erano messe le sdraio».
Una sdraio, per parafrasarlo, però Orlando la tiene d’occhio: «Su questo risultato – continua – pesa come un macigno l’esperienza di Rosario Crocetta, quella che io ho definito una “calamità istituzionale”». Così, secondo il primo cittadino palermitano, «si consegna la Sicilia al Movimento 5 Stelle, che non ha dimostrato capacità ma ha interpretato il cambiamento, o a una coalizione nella quale si aggregano clientelismo e razzismo. Mi auguro che Musumeci,

nei confronti del quale non ho disistima, non ne sia travolto». Orlando, però, ne ha per tutti: per «la dirigenza siciliana del Pd, che si è dimostrata inadeguata» e per «l’atteggiamento schizofrenico di Mdp», ma non per il “modello Palermo”: «Bisognava realizzare il campo largo accanto a un candidato credibile – chiude – quest’ultimo c’era, ma non il campo largo e su questo occorre interrogarsi».

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