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Quello scivolo della discordia che impedisce ai disabili di attraversare il cuore di Bologna

La Soprintendenza non approva i progetti del Comune per rendere accessibile il Crescentone, il pavimento rialzato di piazza Maggiore. Il Pd: “Non è questione politica o economica, ma burocratica. Si sacrifica un diritto in nome della difesa del patrimonio architettonico”BOLOGNA – Sono 84 anni che il cuore di Bologna, il Crescentone, è precluso ai disabili: ovvero da quando (nel 1934) fu costruito il pavimento rialzato nel centro di piazza Maggiore, che i bolognesi associano, per la forma e lo spessore, alla focaccia lievitata di petroniana ricetta, la crescenta. Quei centimetri di altezza hanno sempre impedito un accesso agevole e autonomo a chi si sposta sulla carrozzina o ha difficoltà nel muoversi. Da un anno a questa parte il Comune cerca di intervenire con soluzioni differenti per creare uno scivolo che consenta a tutti l’accesso al cuore della piazza, ma i progetti finora presentati non sono stati approvati dalla Soprintendenza. E quindi l’intervento che costerebbe appena 5mila euro non viene realizzato.
E’ una vicenda “kafkiana”, secondo il consigliere Pd Marco Lombardo che ha preso a cuore la questione – che, precisa, “è (solo) un fatto simbolico che non risolve ovviamente i problemi delle persone con disabilità”, ma certo le rende, anche appunto simbolicamente, meno diverse, meno isolate, consentendo loro di fruire di uno spazio che è luogo di ritrovo e di manifestazioni politiche, sindacali, artistiche e culturali.
L’inghippo che ha impedito finora la realizzazione di uno scivolo non è di tipo politico, visto che “su questo tema maggioranza e opposizione sono d’accordo”, ricorda Lombardo; e nemmeno economico, visto l’importo decisamente esiguo necessario per l’intervento: poco più di 5mila euro. E’ in effetti burocratico: manca l’accordo fra Palazzo d’Accursio e Soprintendenza sul tipo di scivolo che consenta, come sintetizza Lombardo, “un bilanciamento tra la tutela del patrimonio storico ed architettonico ed i diritti fondamentali delle persone disabili o non autosufficienti”.

Quello scivolo della discordia che impedisce ai disabili di attraversare il cuore di Bologna

·UN ANNO DI STALLO
Ecco dunque le tappe di questa piccola opera incompiuta, ricordate dall’agenzia Dire. E’ il disability manager del Comune, Egidio Sosio, nell’ottobre 2016 a rilanciare il tema, già sollecitato in precedenza dalla Consulta handicap. Due mesi dopo – siamo quindi all’inizio del 2017, un anno fa – il Comune propone alla Soprintendenza un primo progetto che prevede una rampa intagliata in un lato del Crescentone. L’idea non soddisfa pienamente i Beni culturali, che avanzano “forti perplessità” ma che lo autorizzano chiedendo una campionatura dei materiali da usare.
A maggio 2017 il Comune rimette mano al progetto, e domanda il nulla osta a realizzare le rampe su tre lati del parallelepipedo che costituisce il Crescentone (il lato corto verso Palazzo d’Accursio, e i due lati lunghi, San Petronio e palazzo del Podestà), ma arriva una bocciatura dalla Soprintendenza.
E’ agosto dello scorso anno quando sembra finalmente arrivato il momento propizio. La giunta comunale approva il progetto esecutivo (importo 5900 euro) e nel mese di settembre affida i lavori a una ditta, salvo poi accorgersi che il taglio del marmo in diagonale, come richiesto dalla Soprintendenza, non era realizzabile. Il Comune dunque rinuncia al progetto autorizzato, e due mesi dopo – novembre 2017 – ne presenta uno “completamente diverso”, sottolinea oggi in Commissione l’architetto Andrea Capelli: la posa di tre rampe esterne al Crescentone e non intagliate. Un progetto che “ci preoccupa e non ci convince – afferma l’architetto della Soprintendenza – perché esteticamente non è gradevole”.
A questo punto, dunque, le ipotesi sono due: riprendere in mano il primo progetto (lo scivolo intagliato, da sviluppare però “coerentemente” con le prescrizioni) oppure una soluzione alternativa, come “rampe mobili, anche di legno, fissate perché siano in sicurezza, per non andare a demolire o alterare il Crescentone, da appoggiare anche in più punti senza manomettere l’opera”.
·”DOVEROSO E DIGNITOSO INTERVENIRE”
L’assessore ai lavori pubblici Roberto Malagoli ribadisce: “Noi siamo pronti a partire coi lavori anche lunedì. Arrivare a una soluzione in tempi rapidi è nell’interesse della città. Dico però che sono contrario a soluzioni provvisorie, che creano problemi successivi di pulizia e manutenzione”. Ma senza l’intesa definitiva con la Soprintendenza tutto è fermo, il rischio è che nulla si muova anche nelle prossime settimane ed è già stata ipotizzata una nuova udienza conoscitiva fra tre mesi. Anche l’eletta dem Elena Leti critica la situazione di stallo, rivendicando come “il diritto all’accessibilità” sia “indispensabile”. Ribadisce Lombardo: “Nel 2018 non si può dire che per tutelare il patrimonio non si dà accesso ai luoghi simbolo della città. Sono i cittadini a chiedere una risposta, se non siamo credibili sul fare tre scivoli, come saremo credibili sul resto”.
Critico, e forse sconsolato il disability manager Egidio Sosio: “L’accesso al Crescentone è simbolico per colmare una differenza nel diritto di cittadinanza. Ed è grave sacrificarlo davanti a un ostacolo. E’ doveroso e dignitoso consentire a tutti di salire sul Crescentone”. Ovvero di poter attraversare, come fanno tutti, il cuore di piazza Maggiore, che a sua volta è il cuore di Bologna, senza doverlo circumnavigare per pochi ma fatali e insormontabili centimetri.

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