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Processo Raggi, Frongia: “Sindaca seppe di stipendio di Renato Marra solo dopo la nomina”

L’assessore allo Sport testimone nel procedimento che vede la prima cittadina imputata di falso. “I rapporti con Raffaele poi si raffreddarono dopo qualche mese”


“La revoca della nomina di Renato Marra? Ritengo che ex post la sindaca abbia valutato negativamente questa nomina in relazione all’aumento della fascia stipendiale (di circa 20mila euro l’anno, ndr). Credo che alla sindaca siano arrivate alcune informazioni successivamente a questa nomina.

Forse e’ stato ritenuto troppo alto l’aumento”. Lo ha detto Daniele Frongia, assessore allo sport, nel processo che vede Virginia Raggi imputata di falso documentale in relazione alla nomina alla Direzione Turismo del dirigente della Polizia Municipale Renato Marra dopo un’istruttoria svolta dall’ufficio delle Risorse Umane e del Personale guidato dal fratello Raffaele.

“Alla sindaca – e’ il ricordo di Frongia, che all’epoca (autunno 2016, ndr) aveva la delega di vicesindaco – spettava la decisione finale in relazione alla nomina di qualunque dirigente. Inevitabilmente finiva per accontentare qualcuno e scontentare altri dopo essersi confrontata con i vari assessori e presidenti di Municipio su promozioni e spostamenti. Io con la sindaca non ho mai parlato di Renato Marra. Era l’allora assessore al Commercio Adriano Meloni a parlarne spesso perche’ lo stimava e perche’ avevano fatto assieme alcune operazioni. Renato era chiamato ‘mini Marra’ per distinguerlo dal fratello”.

Tra l’agosto e il settembre del 2016 “i rapporti tra Raggi e Raffaele Marra e i miei con lo stesso Raffaele si erano un po’ raffreddati quando sulla stampa uscirono le prime notizie sulla questione immobiliare (per la quale poi Raffaele fu arrestato il 15 dicembre di quell’anno, ndr). Di questo raffreddamento lo stesso Raffaele ebbe modo di lamentarsi. Non c’era pero’ alcuna tensione. Anche logisticamente i rapporti si erano ridotti: quando Marra era al Gabinetto della sindaca, stava a Palazzo Senatorio dove ero rimasto io e c’era la Raggi. Passato al Personale il suo ufficio stava duecento metri piu’ in la’ in un’altra palazzina”.

Prima di Frongia, ha testimoniato in udienza Luca Viggiano, vice di Marra all’epoca dei fatti e attuale dirigente del segretariato generale. Viggiano, che ha spiegato come si svolse la procedura di interpello e l’istruttoria svolta dall’ufficio di Marra, rispose personalmente nel dicembre del 2016 all’allora responsabile dell’Anticorruzione in Campidoglio Mariarosa Turchi che, sollecitata dalla Anac, aveva bisogno di chiarimenti e informazioni sulla nomina di Renato Marra e sull’iter che era stato seguito.

“Indipendentemente dai dirigenti da nominare – ha detto Viggiano – l’ufficio del Personale non ha alcun potere discrezionale. Alla fine c’e’ solo la decisione esclusiva del sindaco che e’ l’organo di vertice dell’amministrazione comunale”. Il processo proseguira’ il 19 ottobre prossimo con la deposizione di Maurizia Quattrone, il funzionario della squadra mobile che ha svolto le indagini per conto della Procura di Roma. Il 23 ci sara’ l’esame in aula della stessa sindaca, accusata di aver dichiarato alla funzionaria Turchi di aver deciso, lei da sola, ogni dettaglio della nomina di Renato Marra, attribuendo cosi’ al fratello Raffaele “il ruolo di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali”.

Circostanza poi smentita dalle chat tra la sindaca e Raffaele Marra, nelle quali Raggi rimproverava al suo strettissimo collaboratore di averla “messa in difficolta’” per la questione dello stipendio assegnato a Renato. Nell’udienza del 25 potrebbe essere sentito dal tribunale Raffaele, imputato in un processo stralcio per abuso d’ufficio nella stessa vicenda.

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