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Prato, calciatore uccide la ex e si suicida: "Lui pedinava Elisa, le dicevamo di denunciarlo

L’ossessione di Federico Zini per Elisa Amato, nelle parole dalla sorella e di un’amica che ha parlato con la vittima poco prima della sua morte. “Lo voleva proteggere ma forse proprio alla fine si era convinta ad andare dai carabinieri”

Era ossessionato da lei. La seguiva, si appostava sotto casa sua a Prato, si presentava fuori dal negozio dove lavorava nel centro di Firenze. Federico Zini, il calciatore di serie D di 25 anni che nella notte tra venerdì e ieri ha ucciso a colpi di pistola la sua ex Elisa Amato sotto la casa dove la giovane abitava con i genitori, non accettava la fine della loro storia. Tante amiche di lei e pure la sorella le suggerivano di smettere di frequentarlo di allontanarlo ma lei non se la sentiva. Era tranquilla riguardo al fatto che non fosse un violento. “Era gelosissimo ma non è mai stato minaccioso, non ha mai alzato un dito su Elisa”. E’ il racconto di un’amica comune dei due giovani, Ida, che è stata una delle ultime persone a vedere la commessa di Prato ancora viva. L’ha infatti incontrata in un locale venerdì sera e con lei ha parlato proprio di Federico. “Era indecisa se fargli gli augri del suo compleanno (che era oggi, ndr). C’erano questi appostamenti, le litigate. Lei ci aveva anche provato a rimettersi insieme ma non era possibile, lui era davvero troppo geloso”.
La sorella della vittima, Elena, a Skytg24 conferma le insistenze del giovane calciatore. “La pedinava, tutte le volte che si allontanava da lui andava sempre nel luogo di lavoro, la aspettava alla stazione di Prato dove lei scendeva quando tornava da lavoro o sotto casa in piena notte. Una cosa che accadeva quasi quotidianamente”. La famiglia e gli amici hanno suggerito a Elisa di fare una denuncia per stalking “più volte. Lei per amore anche nei confronti di questo ragazzo, perché gli voleva bene e non lo voleva far soffrire, non ha mai voluto fare. Voglio soltanto, appunto, dire che c’erano le avvisaglie, c’erano tutte, mia sorella ne era consapevole anche se forse non abbastanza e anche i genitori lo erano perché mia sorella stessa aveva chiesto espressamente a loro di aiutarlo in questa situazione per fargli accettare il fatto che questo amore non poteva andare avanti”.
E proprio poche ore prima di essere uccisa, Elisa forse ha pensato fosse arrivato il momento della denuncia. “Venerdì sera glielo ho detto anch’io – prosegue Ida – Le ho proposto di andare dai carabinieri alla polizia per spaventarlo, per allontanarlo un po’. E lei mi ha risposto che effettivamente poteva fare così, denunciarlo, se avesse continuato”. Ma alle 3 della stessa notte Federico aspettava Elisa sotto casa con una pistola calibro 9. Dopo una discussione l’ha uccisa.
La procura di Pisa darà domani l’incarico al medico legale per fare l’autopsia sul corpo di Elisa Amato, la trentenne uccisa dall’ex fidanzato Federico Zini dopo averla aspettata sotto la sua abitazione a Prato ieri notte. L’esame servirà a definire modalità e orari dell’omicidio-suicidio e potrebbe essere effettuato già domani o comunque nei primi giorni della settimana. È inoltre molto probabile che venga fatta l’autopsia anche sul corpo di Federico Zini, l’omicida-suicida.
“Ricorderemo Elisa il prossimo 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, dice il sindaco di Prato Matteo Biffoni . “Davanti a tragedie come quella che ieri ha colpito la nostra città è importante innanzitutto il rispetto per l’atroce dolore delle famiglie coinvolte. Per questo l’amministrazione comunale

ha deciso di non rilasciare dichiarazioni sul singolo caso, fermo restando l’impegno quotidiano e costante per una cultura di pari opportunità e soprattutto contro ogni tipo di violenza contro le donne. Solo pochi giorni fa durante la festa della polizia municipale è stato ricordato l’impegno delle istituzioni tutte e di associazioni del territorio per la rete anti violenza, il codice rosa e un’educazione al rispetto dell’altro che parte dalle scuole”.

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