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Ponti e cavalcavia a Roma, la cura low cost: "Pronti 105 milioni"

Le previsioni del Comune dopo la tragedia di Genova. L’Acer: gli enti locali non possono farcela
Ponti e viadotti. Per le sue  “opere stradali” , nel 2017 il Campidoglio ha speso 2,4 milioni di euro. Un investimento in cui rientrano la manutenzione ordinaria dell’asfalto, la sistemazione delle barriere e della segnaletica degli oltre 450 attraversamenti capitolini. Gli interventi – rattoppi di piccolo cabotaggio – sono all’ordine del giorno, ma seguono una doppia linea low cost.
Da una parte ci sono i cinque appalti dello scorso anno: sono stati affidati con forti ribassi. Da un minimo del 31,5% a un massimo del 39,9, si sono chiusi a prezzi di saldo. Un risparmio per le casse del Comune. Da controverificare, però, in termini di qualità manutentiva. Certo è che a giudicare quei 2,4 milioni insufficienti è lo stesso Campidoglio. E qui si arriva al secondo punto: la maxi- gara antibuche da 78 milioni di euro bandita ad aprile 2017 non si è ancora chiusa. Ai ponti sono riservati due lotti, 12 milioni ancora senza padrone. La tragedia di Genova potrebbe (chissà) accelerare le operazioni.
Nel frattempo da palazzo Senatorio arrivano rassicurazioni: per strade e cavalcavia nel bilancio 2018/ 20 sono stati stanziati 90 milioni per la manutenzione e 10 per la sorveglianza. Altri 5 verranno spesi solo per i ponti. In programma ci sono interventi su ponte Risorgimento per 1,1 milioni, sul nuovo ponte della Scafa per 1,8, ponte Flaminio per 5,3 e la tangenziale Est per 3. Cifre che secondo Niccolò Rebecchini, presidente dell’Associazione costruttori edili di Roma, sono insufficienti: “Serve un’opera di manutenzione straordinaria che solo il Cipe con fondi statali può garantire. Gli enti locali non possono farcela da soli”.
Quando si parla di interventi strutturali, il pensiero corre subito alla polemica sul ponte della Magliana. La prefettura nei prossimi giorni solleciterà il Comune per avere aggiornamenti sullo stato dei lavori. I residenti, subito dopo il crollo di Genova, hanno invece scritto ai vigili del fuoco – che ieri hanno sentito Anas per avere novità sull’altro malato, il ponte di Ariccia – per chiedere nuovi controlli.
Gli ultimi sono arrivati lo scorso aprile, dopo l’allarme lanciato dall’ingegner Remo Calzona sul potenziale rischio di crollo. A rispondergli a distanza è stato Franco Braga, professore ordinario di Costruzioni della Sapienza. La sua relazione spiega che “l’impalcato in acciaio non presenta problemi di integrità ” e che il ponte è transitabile. Il Campidoglio ha messo in sicurezza le passerelle all’interno della stessa impalcatura e la ciclabile. E spenderà due milioni per i giunti e gli appoggi del cavalcavia.
Lungo la stessa direttrice, procedendo verso l’aeroporto di Fiumicino sull’A91, si incontra il ponte Morandi di Roma. Gemello di quello crollato a Genova, è di competenza di Anas. Dall’azienda del gruppo Ferrovie fanno sapere che le ispezioni non hanno sollevato criticità. Nel 2017, per mezzo milione, è stata rimessa in sesto la copertura esterna dell’opera. Sempre sotto gli occhi dei vigili del fuoco.

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