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Più animali velenosi con i cambiamenti climatici

Gli esseri umani potrebbero doversi confrontare con un importante aumento di morsi velenosi, punture e altri spiacevoli contatti con il veleno a causa dei cambiamenti climatici. A dirlo è un nuovo studio, arrivato in contemporanea al rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel quale gli esperti allertano: gli impatti negativi di un pianeta che si scalda stanno arrivando più rapidamente del previsto.

Secondo una nuova e ampia analisi sugli animali acquatici velenosi o tossici, le specie pericolose potrebbero diventare sempre più diffuse in nuovi areali. Specie che potrebbero spingersi verso i Poli a causa dei cambiamenti di temperatura dell’acqua e che comprendono pesci leone, serpenti di mare, stelle corona di spine e una vasta serie di meduse velenose.

“Queste specie interessano gli esseri umani perché sono tossiche ma riflettono il pattern più ampio che stiamo già osservando – cambiamenti di areale e di abbondanza, in declino o in aumento – e questo sta modificando l’equilibrio di ciò che normalmente vedremmo negli

ecosistemi”, spiega Isabelle Neylan, PhD in scienze marine alla University of California, Davis e co-autrice dello studio pubblicato su Wilderness and Environment Medicine.

Neylan e i colleghi hanno monitorato le ricerche mediche, ambientali ed ecologiche per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle creature velenose e tossiche, abbinandovi vari studi con modelli di previsione e i dati dei centri antiveleno. Il paper è in realtà la seconda parte della ricerca; il primo studio, pubblicato all’inizio dell’anno, si è concentrato sugli effetti che i cambiamenti climatici potrebbero avere sulle specie velenose e tossiche della terraferma.

La maggior parte delle specie potrebbe anche non aumentare per abbondanza, spiega Neylan, ma vedremo cambiare il loro areale mentre le acque vicine all’equatore diventano troppo calde, spingendole verso Nord o Sud alla ricerca delle nicchie ideali di temperatura. Non accadrà per tutte le specie allo stesso modo, perché molte potrebbero non essere in grado di gestire questi cambiamenti di areale.

“Lo schema generale è che non c’è sempre uno schema”, dice Neylan, che ha condotto gli studi mentre lavorava come tecnico di ricerca alla University of North Carolina at Chapel Hill. Ciascuna specie, aggiunge, potrebbe dover affrontare sfide uniche nei termini di cambiamenti nella distribuzione o nella popolazione.

Pesci leone, meduse, stelle marine

Le meduse sono un gruppo di animali che probabilmente aumenteranno sia per areale di distribuzione che per numerosità, grazie ad acque più calde e cambiamenti nel livello di acidità. Sono incluse le meduse mortali irukandji e le cubomeduse, responsabili di un numero di morti in aumento in Australia e che potrebbero spostarsi verso Sud in aree più popolate via via che il clima si scalda. “Le cubomeduse sono estremamente velenose – forse le più velenose, a parità di peso”, dice Timothy Erickson, medico al Brigham and Women’s Hospital della Harvard University e co-autore dello studio con Neylan.

Jennifer Purcell, ricercatrice associata alla Western Washington University non coinvolta nella ricerca, ha studiato la diffusione delle meduse. Come spiega, la riproduzione delle meduse aumenta nelle acque calde. “Non si tratta solo di un paio di specie – è proprio la maggioranza delle meduse studiate che aumenta di numero”. Purcell concorda sul fatto che le meduse potrebbero diventare un problema con i cambiamenti climatici, ma aggiunge che nella diffusione di queste specie concorrono anche altri fattori come gli esseri umani che le rilasciano in natura o le spostano da un luogo all’altro, intenzionalmente e non.

“La medusa potrebbe essere il caso più evidente ma mi preoccupa l’idea che abbiano scelto una specie che fa notizia, per farla risultare come una storia dai toni più eclatanti”, commenta.

Quando hanno iniziato a diffondersi in Florida, dopo essere stati rilasciati dai proprietari, i pesci leone si sono spinti lungo la costa dell’Atlantico verso la Georgia, la Carolina del Nord e la Carolina del Sud. Questi pesci, che sembra siano ottimi da mangiare, fanno strage di altri piccoli pesci e delle altre popolazioni di creature marine, per non parlare della dolorosa puntura che attende un umano che dovesse incrociarli.

Le stelle corona di spine si sono diffuse dal loro areale tradizionale nelle acque dell’Indo-Pacifico verso Sud, all’interno della Grande Barriera Corallina al largo della costa australiana, a causa di un aumento di temperatura delle acque. Queste tossiche e voraci stelle marine possono divorare un intero sistema di barriera. Se una persona dovesse imbattersi in una di loro mentre nuota o fa altre attività acquatiche, il contatto può provocare dolore, infiammazione e infezioni.

Altri, come il pesce istrice, sono stati avvistati in nuove zone, mentre gli autori sottolineano la mancanza di dati rispetto a come i cambiamenti climatici stiano influenzando areali e abbondanza di uno dei pesci con i quali gli umani hanno maggiormente interferito: la pastinaca. Servono più ricerche sugli areali e gli effetti del cambiamento di pattern climatici su pastinache, pesci pietra e polpi dagli anelli blu per comprendere i potenziali problemi che ci attendono in futuro.

Una situazione tossica

Non tutte le specie acquatiche tossiche se la passeranno bene con i cambiamenti climatici. I serpenti marini sono stati visti in nuovi areali e nella Corea del Sud, in California e alle Hawaii sono aumentati, ma i ricercatori mostrano che l’abbondanza di alcuni dei più velenosi – sulla terraferma e in acqua – sta calando su tutto il pianeta.

Le rane tossiche potrebbero avere la peggio per via della loro temperatura ai cambiamenti di temperatura. E non si tratta solo di un calo di numerosità. Neylan sottolinea che alcune specie si estingueranno per via della combinazione tra cambiamenti climatici e malattie come la chitridiomicosi, causata da un fungo, che si sta diffondendo grazie agli stessi.

“La diversità è in calo, nel complesso, ed è una cosa negativa”, dice Neylan, aggiungendo che se specie come i pesci leone si spostano in areali dove hanno pochi o nessun predatore possono avere impatti sugli ecosistemi. “Qualsiasi cambiamento nell’ecosistema ha un effetto domino”.

Ospedali impreparati

Con la diffusione di creature velenose in nuovi areali, ospedali e sistemi sanitari potrebbero non saper gestire l’afflusso di vittime che subiscono punture o morsi. Questo potrebbe aumentare i costi della sanità. “Alcuni antidoti sono molto costosi”, dice Erickson, aggiungendo che questi problemi colpiranno i paesi più poveri anche più duramente.

Quando possibile, sottolinea, gli ospedali dovrebbero attrezzarsi adeguatamente per ottenere gli antidoti che non hanno a disposizione. Serve anche maggiore informazione pubblica rispetto ai rimedi più urgenti che si possono usare, come mettere l’aceto sulle punture di medusa o l’acqua calda su quelle di pastinaca e pesce leone.

Secondo i ricercatori, il problema non farà che aggravarsi mentre sempre più persone vivono sulle aree costiere. Entro la fine del secolo, il 50% della popolazione mondiale vivrà entro 100 chilometri dalla costa. “Sempre più persone nell’acqua”, concorda Purcell. “Siamo parte di un ambiente e del nostro ecosistema. I cambiamenti hanno conseguenze per noi e noi stessi modifichiamo ciò che accade nel nostro ecosistema”, conclude Neylan.

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