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Pistoia, sono stati due tredicenni a sparare al migrante

L’aggressione a un ragazzo del Gambia di 24 anni ospite della parrocchia di Vicofaro lo scorso 2 agosto. I ragazzi: “E’ stato un momento di goliardia”


PISTOIA. Sono due ragazzini di 13 anni gli autori delle offese e delle esplosioni di alcuni colpi a salve nei confronti di un ragazzo di 24 anni del Gambia, ospite della parrocchia di Don Massimo Biancalani a Vicofaro, Pistoia, la sera del 2 agosto. I due ragazzini – spiegano gli investigatori – hanno ammesso le loro responsabilità, motivando quanto accaduto come un “momento goliardico, escludendo qualsiasi riconducibilità a motivi razziali o politici”

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Sono state poi fatte perquisizioni nelle case di alcuni dei ragazzini, alla ricerca dell’arma con cui erano stati esplosi i colpi a salve. Sarebbe stato in questa occasione, si spiega dalla polizia, che i due tredicenni, alla presenza dei genitori, hanno fornito spontanee dichiarazioni ammettendo le loro responsabilità e consentendo così il rinvenimento, nell’abitazione di uno dei minorenni, della scacciacani utilizzata e di circa 200 proiettili a salve. I due ragazzini, essendo minori di 14 anni, non sono imputabili e il fascicolo di indagine è stato trasmesso alla procura presso il tribunale dei minori di Firenze.

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Il caso era stato denunciato sulla sua pagina Facebook dal parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, da sempre impegnato nell’accoglienza dei migranti e già finito al centro delle cronache per una foto pubblicata sui socialin cui si mostravano alcuni ospiti della sua canonica portati a fare un bagno in piscina.” Vi scrivo dagli uffici della questura di Pistoia per informarvi che a Vicofaro ci sono stati degli spari – il messaggio pubblicato dal parroco, subito rimbalzato il rete in modo virale – Due giovani italiani al grido negri di merda hanno sparato uno o due colpi di arma da fuoco in direzione di uno dei nostri ragazzi migranti che fortunatamente è rimasto illeso” . La successiva testimonianza della vittima (avvalorata da diversi riscontri) ha fatto il resto, spingendo la questura a indagare a tappeto. “Quando mi insultano per le strade neanche li guardo e tiro dritto – aveva raccontato Buba Seaasay, il migrante  a cui sono stati indirizzati gli spari, dopo la denuncia delle offese se della minaccia subìta – Ma questa volta mi hanno sparato, una cosa folle, è troppo”.

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