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“Permeabile alle pressioni mafiose”: l’ex mini-sindaco di Ostia mai più candidabile

Sentenza innovativa di un giudice civile su Andrea Tassone, ex presidente dem di Ostia condannato a 5 anni. Ad avviare il processo fu l’allora prefetto Gabrielli. In giudizio è intervenuto anche il pm Tescaroli


Non bastasse la batosta penale che lo ha condannato, anche in secondo grado, a cinque anni per corruzione, ora per l’ex presidente del Municipio di Ostia, Andrea Tassone, arriva anche l’incandidabilità per il suo coinvolgimento in Mafia Capitale.

Lo ha stabilito la prima sezione del tribunale civile con una sentenza innovativa: non si tratta di interdizione, strumento spesso usato come pena accessoria, ma proprio di incandidabilità. Per il collegio, presieduto da Franca Mangano, l’ex minisindaco, ” ha dato causa, con la sua condotta commissiva, allo scioglimento del Municipio per avere intrattenuto ” concreti, univoci e rilevanti collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similiare” ovvero sia stato ” permeabile a forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni”.

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