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Pechino non vuole morire di smog. Il piano per diventare una capitale vivibile

l governo pone un tetto alla popolazione che potrà vivere nella città: 23 milioni entro il 2020

Pechino non vuole morire di smog. Il piano per diventare una capitale vivibile

Città soffocata dal traffico, auto e biciclette costrette a circolare con lentezza sui sette anelli attorno ai quali sorge Pechino, città in perenne mutamento. Case, grattacieli, gru, demolizioni. Intere zone rase al suolo per fare spazio a nuovi edifici commerciali. L’ennesima demolizione riguarda Sanlitun houjie, la stradina tra i due Village (centro commerciale ricco di ristoranti vicino alla zone delle ambasciate, chiamato Taikoo Li) nota per i piccoli negozi dove si vendevano dvd e sigarette (xiaomaibu). Smog e brusio di gente. Basta, Pechino vuole diventare come Parigi e Tokyo: una città verde, pulita, senza traffico. Primo passo: serve un tetto alla popolazione. Lo ha deciso la municipalità di Pechino che ha stabilito che entro il 2020, il numero di abitanti della capitale cinese sarà limitato a 23 milioni di persone.

A fissare il tetto è stato direttamente il Consiglio di Stato, ovvero il governo cinese, che ha approvato il piano urbanistico della capitale dal 2016 al 2035, e fissando una soglia che non potrà essere superata in futuro. Attualmente, a Pechino vivono 21,7 milioni di persone secondo le statistiche redatte a fine 2016. Ma i pechinesi sono convinti di essere molti di più. “Pechino sta crescendo gradualmente”, ha commentato al tabloid Global Times Niu Fengrui ricercatore di urbanistica dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, il maggiore think-tank della Cina.

Pechino non vuole morire di smog. Il piano per diventare una capitale vivibile
 Una veduta di Pechino soffocata dallo smog

Obiettivo un nuovo profilo internazionale

“Con questo obiettivo si permette a più di un milione di persone di entrare in città”, ha spiegato. Ma il tetto al numero di abitanti rispecchia anche i futuri piani della capitale cinese. La capitale andrà incontro a un forte rinnovamento nei prossimi anni, per accrescerne il ruolo di centro politico e il profilo internazionale, trasferendo fuori dalla città le funzioni amministrative. Il piano annuncia che l’aria di Pechino sarà respirabile “secondo gli standard internazionali” entro il 2050, mentre il sindaco Cai Qi promette che verranno presto fermate le demolizioni.

Un piano che prende in considerazione anche il maxi-progetto urbanistico dell’area Pechino-Tianjin-Hebei (la cosiddetta “Jing-Jin-Ji”, che conterà in totale circa 110 milioni di abitanti) e la nuova area di sviluppo economico di Xiong’an, annunciata ad aprile scorso, che sorgerà circa cento chilometri a sud di Pechino, e che avrà tra i suoi scopi anche quello di facilitare lo sviluppo della capitale e delle aree circostanti. Nulla di strano in un Paese dove il 56% della popolazione vive nelle aree urbane come risultato di una politica che punta all’urbanizzazione e allo sviluppo dei consumi interni (un fenomeno che ha contribuito all’aumento dei prezzi degli immobili). Oggi oltre 100 città superano un milione di abitanti, mentre Pechino è la seconda maggiore città dopo Shanghai, che conta 24 milioni di abitanti.

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