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Parlamentarie del M5s, sito in tilt: prorogati i termini per le candidature

Entro le 17 dovranno arrivare i nomi di chi vuole presentarsi alle elezioni del quattro marzo. Tensioni interne sulle nuove regole. La risposta dell’associazione Rousseau al Garante della Privacy

ROMA – Entro le 17 di oggi dovranno arrivare sulle scrivanie di Grillo e Casaleggio i nomi di chi vuole presentarsi alle elezioni di marzo. Migliaia di persone si sono fatte avanti, desiderose di affrontare la prova delle “parlamentarie”, le primarie on line dalle quali usciranno le liste cinque stelle. Al punto da mandare in tilt il sito per la raccolta delle candidature. E così, mentre sulla galassia online del Movimento si abbatte la scure del Garante della Privacy, che ha evidenziato la presenza di “illeciti sulla riservatezza dei voti” sulla piattaforma Rousseau, tutto è pronto per avviare  il “casting” in Rete dei nuovi deputati e senatori pentastellati. In circa due settimane le votazioni dovrebbero essere concluse: il 19 gennaio lo squadrone elettorale cinquestelle si riunirà a Pescara per la convention che darà il via alla campagna elettorale.
“Le autocandidature per le parlamentarie sono un successo – si legge sul blog delle stelle –  tantissime persone stanno partecipando a questa prova di democrazia del MoVimento 5 Stelle, unica forza politica che si apre alle persone di buona volontà e le fa votare dai suoi iscritti e non dai capi di partito. In quest’ultima ora c’è stato un picco di accessi che ha causato rallentamenti al sito. Per questo motivo il termine delle 12 per presentare la propria autocandidatura è prorogato fino alle 17 di oggi per poter garantire la più ampia partecipazione.
Grazie a tutti coloro che stanno partecipando. Libertà è partecipazione”.
A quanto si apprende, la maggior parte dei parlamentari uscenti si sono ricandidati, accogliendo l’appello lanciato da Luigi Di Maio.
A commento delle raccomandazioni del Garante, invece, è la stessa associazione Rousseau a dare rassicurazioni in una nota: “In seguito all’attacco hacker dello scorso mese di agosto sono già state attivate le procedure per mettere in sicurezza il sistema Rousseau e la polizia postale ha condotto un’indagine sugli autori degli attacchi. A tal riguardo le richieste e le raccomandazioni del garante per la privacy sono già state accolte. Ringraziamo il garante e la polizia postale per la collaborazione”.
C’è attesa ma anche un po’ di inquietudine nelle file del M5s per le nuove regole sulle parlamentarie. Non tanto per la multa da 100mila euro per i futuri dissidenti, quanto per le candidature degli indagati e l’apertura ai non iscritti. Un grande potere se lo sono riservati Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, che da oggi in poi filtreranno gli aspiranti  candidati, eliminando coloro che non rispettano le regole. Grillo ha assicurato che il processo di  scrematura sarà “limpido, trasparente e regolare”.
Le nuove regole hanno creato parecchie tensioni interne: far entrare gli esterni in lista e chiudere un occhio su chi è finito nelle maglie della giustizia  sembra avvicinare pericolosamente il movimento di Grillo agli altri partiti. Ieri però l’ala “ortodossa” dei cinque stelle ha smentito che ci siano  mugugni e malumori. Roberto Fico ha negato con forza di remare contro la svolta decisa  da Grillo: “Basta con le bugie dei giornalisti” ha detto il presidente della Vigilanza Rai. A suo giudizio  “con il nuovo codice etico si rafforzano le tutele contro i conflitti di interessi e contro condotte fraudolente che possono prescindere dalle indagini penali. E per gli eletti si prevede la rinuncia ai privilegi, stipendi faraonici e si contempla la massima trasparenza su ogni azione. Principi molto diversi da quelli degli altri partiti”.
Allo stesso modo la senatrice Paola Taverna esclude che i cinque stelle siano sul punto di normalizzarsi: “Con le nuove regole, il M5S non si trasforma in un partito. Anzi, restiamo una cosa del tutto diversa”.
Le critiche vengono invece dal Pd, che mette nel mirino il ruolo dell’azienda di Davide Casaleggio. Osserva il senatoredem Andrea Marcucci: “Esiste un gigantesco conflitto di interesse che riguarda il M5S e l’azienda Casaleggio, amplificato dalle nuove regole. Un’azienda si alimenta con i soldi pubblici del M5S ed i vertici aziendali non eletti ne determinano la linea politica”.

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