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Ostia, "un'estate senza testate": polemiche per lo spot del Municipio. Di Pillo: "Volevamo sdrammatizzare". Raggi: "Non mi piace"

La scelta della minisindaca per pubblicizzare il proprio cartellone di iniziative agostane scatena accese reazioni. La sindaca: “No a strumentalizzazioni”. Piervincenzi: “La città non merita questo”


Nelle intenzioni, si spera, avrebbe voluto essere l’arma ironica contro la mafia del litorale. L’effetto harakiri sta tutto nella realizzazione. Il decimo municipio della Capitale sceglie un accostamento pericoloso per pubblicizzare il proprio cartellone di iniziative agostane all’insegna di uno slogan discutibile: “Un’estate senza testate”.
Il riferimento è alla testata inflitta dal boss mafioso Roberto Spada al giornalista Daniele Piervincenzi. Il risultato del duetto radiofonico che è la sceneggiatura dello spot trasmesso dal circuito RomaRadio anche in metro, è quello di ridurre a macchietta un episodio che ha fatto il giro del mondo, contribuendo ad accendere i riflettori sul condizionamento mafioso della costa. Nello spot, un attore si prepara a declinare l’elenco di iniziative culturali e ricreative dell’estate di Ostia.

Recita male e il partner lo rimbrotta, minacciando una “capocciata”, l’altro si affretta ad avvertire sulla necessità di chiarire. E siamo già oltre il buon gusto. Ma poi arriva lo slogan scandito e l’effetto gaffe si percepisce per intero. La capocciata diventa una specie di “colpo di sole”, minimizzata nelle premesse e negli effetti. E quello slogan diventa un modo rassicurante per lasciare intendere che a Ostia non ci si prende a capocciate tutti i giorni. Il che è vero, ma detto in questo modo, è una implicita ammissione della pervasività del clima di violenza con una criminalizzazione indiscriminata della città.

Lo spot ha già suscitato le ire della consigliera di Forza Italia Maria Cristina Masi che ha annunciato una interrogazione a Giuliana Di Pillo, presidente del Municipio di Ostia. Ma l’indignazione, c’è da giurarci, è destinata a crescere. L’arma dell’ironia, sapientemente dosata, ha effetti notevoli anche nel contrasto alle mafie, ma in questo caso, una pessima idea sembra aver rivelato, una pessima conoscenza di quel che è accaduto e accade nel proprio territorio.
Un modo per gettarla in caciara ricalcando in pieno l’accomodante lettura che proprio i boss di Ostia davano di quell’episodio di violenza, sostenendo di essere finiti nei guai per una “testata”. La realtà è che con quella testata volevano il silenzio su quel che avevano fatto e intendevano continuare a fare, impedendo ai giornalisti di raccontarlo.
“Volevamo sdrammatizzare”, ha replicato di fronte alla marea montante di polemiche la presidente del Municipio Giuliana Di Pillo, per la quale “il 99% di persone oneste” di Ostia “saprà comprendere la delicatezza e l’ironia di questo spot”. Nessun ripensamento, nessun dubbio.
Come del resto lo stesso attore Fabio Avaro, autore della campagna “approvata dal Municipio” e che rivendica “l’ironia del testo” e l’intento di “voler sdrammatizzare”.
Non così il Pd che chiede lo stop allo spot, così come Andrea Bozzi, capogruppo delle liste civiche “Ora” e “Un Sogno Comune” e Forza Italia. I dem chiedono anche lumi sui costi dell’operazione. Di Pillo sostiene che abbia gravato sulle casse municipali solo per 700 euro.
Insorge anche la Federazione nazionale della Stampa, con il presidente Beppe Giulietti, e l’associazione “Noi” di cui è presidente onoraria la giornalista Federica Angeli. “Utilizzare la violenza del clan Spada per pubblicizzare il litorale romano, a danno di tutti quei cittadini che costantemente si battono sul territorio per la legalità, danneggia l’intero Municipio”, sottolinea il presidente di “Noi”, Massimiliano Vender.
E in serata interviene anche la sindaca di Roma. “Ostia è un luogo bellissimo ma lo spot ‘Un’estate senza testate non mi è piaciuto. – osserva Virginia Raggi –  Non è questo il modo giusto per dire che i cittadini del litorale di Roma sono per la stragrande maggioranza persone oneste. Allo stesso tempo, non sono accettabili le strumentalizzazioni da parte di chi per una vita non ha fatto nulla contro la malavita e ha lasciato che le famiglie criminali prosperassero in quel territorio”. “Noi ad Ostia non abbiamo mai abbassato lo sguardo davanti ai mafiosi e non lo faremo mai”.
“Ostia è un posto bellissimo, ci lavorano tante persone per bene, tanti operatori turistici molto bravi che ho avuto modo di conoscere personalmente, non credo che meritino uno spot così. Credo che Ostia e i suoi cittadini non meritino di essere rappresentati da un episodio mafioso”. Commenta infine il destinatario della ‘testata’ di Spada, il giornalista Daniele Piervincenzi.

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