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Omicidio Regeni, le bugie di Cambridge sui rischi di Giulio

Il ricercatore confessò le sue paure: “La tutor è un’attivista”. Ma l’università ha taciuto. I Pm: adesso deve collaborare

Omicidio Regeni, le bugie di Cambridge sui rischi di Giulio
Giulio Regeni

Un’inchiesta di Repubblica e documenti inediti – conversazioni Skype ed email – documentano che la professoressa Maha Abdel Rahman, tutor di Giulio Regeni all’università di Cambridge, ha mentito su alcune delle circostanze chiave relative al suo rapporto accademico con il ricercatore italiano, sull’oggetto della ricerca e sulla scelta del docente che lo avrebbe accompagnato nella sua ricerca partecipata in Egitto.
Stasera la proiezione del docufilm a Cambridge
Venti mesi dopo il suo sequestro, tortura e omicidio avvenuto al Cairo il 3 febbraio del 2016, per mano degli apparati del Regime di Al Sisi, l’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni torna a chiedere conto delle reticenze dell’Università di Cambridge. Il 9 ottobre scorso la procura di Roma ha trasmesso una nuova richiesta di rogatoria alle autorità giudiziarie inglesi chiedendo formalmente che venga interrogata la tutor di Giulio dopo che, per un anno e mezzo, si è volontariamente sottratta a ripetute richieste di testimonianza da parte dei giudici italiani. Repubblica è entrata in possesso della rogatoria, un documento di 12 pagine, e nella sua inchiesta svela dettagli che pongono ora le autorità inglese, di Governo e accademiche, di fronte a un bivio: dire la verità o continuare a tacerla e dissimularla.
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