Omicidio Emanuele Morganti: il buttafuori stavolta non apre la bocca
Alatri – Pjetri Xhemal, uno degli indagati per la morte del giovane, si è avvalso della facoltà di non rispondere
Pochi minuti di formalità e poi via. Una strategia difensiva, in attesa delle prossime mosse della procura che, ottenuti i risultati definitivi dell’autopsia, attende ora i risultati degli esami condotti dai carabinieri del Ris e l’informativa finale degli uomini dell’Arma, per chiudere il cerchio e formalizzare così la richiesta di rinvio a giudizio. Al momento, per l’omicidio di Emanuele gli indagati restano otto, i cinque a piede libero, i quattro buttafuori e Franco Castagnacci, 50 anni, di Alatri, nonché i tre in carcere: gli alatrensi Mario Castagnacci, 27 anni, e Paolo Palmisani, 24, i primi ad essere arrestati, e interrogati per ore lo scorso luglio, e Michel Fortuna, frusinate di 24 anni.
Tutti, chi più chi meno, alla fine si sono confrontati con gli investigatori o hanno comunque chiesto di essere sentiti per spiegare la propria versione dei fatti.
Anche alla luce delle innumerevoli testimonianze raccolte dai carabinieri. Xhemal, nel corso delle indagini, nell’immediatezza dei fatti, era stato sentito dai carabinieri. E disse di aver fermato all’ingresso del locale Paolo Palmisani: «Aveva in mano un pezzo di ferro a L – aveva dichiarato – del tutto simile allo strumento che si utilizza per svitare i dadi di fissaggio delle ruote delle automobili. Istintivamente ho sfilato lo strumento dalla mani di Palmisani, dicendogli cosa stava facendo con quel ferro. Lui non ha opposto resistenza. A quel punto ho detto che non poteva entrare e, quindi, si è allontanato». Intervistato successivamente dall’inviato di Chi l’ha visto? si è dichiarato estraneo ai fatti. «Non ho nulla da dichiarare – ha fatto notare – Il manganello non l’ho visto proprio».