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Nozze di lusso, anche Briatore boccia la Puglia: "Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi"

Nozze di lusso, anche Briatore boccia la Puglia: "Siete troppo provinciali per ospitare i ricchi"
Flavio Briatore

Intervista all’imprenditore dopo la polemica sollevata dalla proprietaria di Borgo Egnazia: “La privacy di chi organizza eventi costosissimi va garantita, ma per un jet privato fate il finimondo. Il Twiga? Mai qui”

Più che invadenti, voi pugliesi siete provinciali”. La parola definitiva è quella di Flavio Briatore. Marisa Melpignano, proprietaria di Borgo Egnazia e di altre strutture extralusso in Puglia, si lamenta perché l’interesse dell’opinione pubblica – e dei giornalisti – nei confronti delle nozze americane milionarie fra Renee Sutton ed Eliot Cohen, la scorsa estate, è stato eccessivo, tanto da far scappare gli organizzatori dell’evento (la Norma Cohen productions, che sembra aver detto addio alla Puglia). Briatore dà ragione a loro.
Allora, è vero che i pugliesi sono invadenti?
“Più che invadenti, provinciali. Se un signor nessuno organizza un matrimonio in Puglia e porta indotto economico, e questo signore non è un super vip, ma uno che sta bene e può permettersi il matrimonio a Borgo Egnazia, allora bisogna rispettare la sua privacy. Se si sposa a Saint-Tropez o in Costa Smeralda non succede quello che è successo in Puglia, perché i giornalisti sono abituati a un certo tipo di clientela”.

La Puglia evidentemente no.
“Se Madonna va a Portofino con Leonardo Di Caprio non ne parla nessuno, se va in Puglia finisce sulla prima pagina dei giornali. Come se in vita sua avesse fatto solo una vacanza, in Puglia. Questa gente arriva da voi perché c’è Borgo Egnazia, perché c’è una famiglia che si fa il mazzo per farsi conoscere e promuovere il territorio. E poi questi poveracci vengono sbattuti sui giornali”.
In realtà gli ultimi ‘poveracci’, i Sutton, hanno occupato una spiaggia per il matrimonio. I clienti abituali non potevano accedervi.
“Ma queste cose si fanno, se si occupa una spiaggia non è la fine del mondo. Facciamo tanti eventi privatizzando il Twiga, il Billionaire o il Cipriani. Se uno vuole, paga e affitta. Dolce&Gabbana hanno fatto eventi a Palermo e a Portofino, per esempio, hanno bloccato le città per una settimana. Insomma, si paga e si privatizza, ma bisogna levare il provincialismo che c’è in certi posti”.
Borgo Egnazia ha ragione, quindi.
“Certo, perché la gente non immagina il lavoro che c’è dietro, e loro fanno un lavoro incredibile perché sono bravi. La Puglia non è abituata a un certo tipo di turismo, arriva un jet privato e succede il finimondo, tutti cercano visibilità, dagli aeroporti ai sindaci. A Ibiza di jet privati ne atterranno 60 in un giorno, in Costa Smeralda 150, eppure nessuno va a paparazzare”.
Ma la Puglia non ha una lunga storia di turismo facoltoso, non si può paragonare alla Costa Smeralda.
“È quello che dicevo quando sono stato in Puglia per il Twiga, solo che siete insorti tutti, dicendo che avete esperienza. Bisogna avere le strutture per attirare quel tipo di turismo. Di Borgo Egnazia ce ne dovrebbero essere dieci, e non uno”.
I pugliesi non ce la possono fare? Neanche fra dieci anni?
“Io ho un’età, e non credo che potrò vedere il cambiamento in Puglia fra dieci anni. Il vostro è un territorio fantastico, anche l’entroterra è bello, avete aranceti e uliveti, avete più o meno tutto per fare un certo tipo di turismo. Ma c’è questa provincialità che vi fa sembrare incredibile quando atterra un aereo privato. Mettetevi nei panni degli americani”.
Perché?
“Quelli hanno pagato per affittare la spiaggia, e poi si sono trovati sbattuti sui giornali senza alcun rispetto per la loro privacy, anche in America. Se i Sutton si fossero sposati negli Stati Uniti sarebbe stato meglio. Nessuno ne avrebbe parlato”.
Insomma, i pugliesi non sono abituati allo sfarzo, restano stupiti e diventano troppo curiosi.
“Se volete quel tipo di turismo dovete imparare a non metterlo in piazza”.
A proposito, ma l’ipotesi 

Twiga in Salento è definitivamente naufragata? Non ci tornerà?
“Per me è una roba finita, c’è stato troppo accanimento. Ne sono totalmente fuori. Quando uno cerca di portare valore aggiunto a un territorio e non viene compreso, allora è meglio che ne resti fuori”.

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