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New york time: una montagna di soldi tra 1 e 0

Come ripostato sul sole 24 ore L’ultimo anno: 120 assunti
Lo scorso anno il Nyt ha assunto 120 persone nella sua newsroom, portando il numero totale di giornalisti a 1.600, il più elevato di sempre. Si ricomincia ad assumere. Ed è un bel segnale per il gruppo ma anche per tutto il settore dell’editoria “tradizionale”, che parla finalmente di un’inversione di tendenza. Mentre i nuovi editori, quelli solo digitali, sembrano fare più fatica, passato il boom. Qualche settimana fa BuzzFeed ha annunciato un taglio occupazionale di 220 persone, il 15% in meno. ViceMedia si prepara ridurre del 10% gli organici. Verizon Media ha da poco eliminato 800 posizioni, pari a un taglio del 7 per cento.œ

Dividendi per 33 milioni
La società che edita il Nyt, in seguito ai buoni risultati, ha annunciato anche l’intenzione di aumentare i dividendi agli azionisti del 25%. Gli investitori che possiedono azioni della Times Company, controllata dalla famiglia Ochs-Sulzberger, riceveranno 20 centesimi ad azione per il 2018, pari a circa 33 milioni di dollari. Dopo la diffusione dei risultati le azioni hanno avuto un balzo in Borsa del 10,3%, ai livelli massimi da 13 anni.

Obiettivo 10 milioni di abbonati
Il Nyt, nonostante i 700 milioni di ricavi raggiunti con il digitale, vuole continuare a crescere nella nuova era dell’informazione multimediale. L’obiettivo di arrivare a 800milioni di dollari di ricavi dal digitale nel 2020, indicati nel piano industriale, sembra essere alla portata. 
Il Times ha 4,3 milioni di abbonati, di cui 3,4 milioni solo digitali. Con il nuovo piano industriale punta a raggiungere 10 milioni di abbonati nel 2025. Al ritmo di 815mila abbonati in più all’anno.

Le ricette del successo
Le ricette per arrivarci ai dieci milioni di abbonati sono le stesse degli ultimi anni. La prima regola fondamentale, identitaria è quella di puntare al giornalismo di qualità: ogni articolo scritto dal Nyt è un articolo scritto dal Nyt. Non è mai un dispaccio di agenzia di stampa, ma offre sempre qualcosa in più. Un approfondimento, un’opinione, con i contenuti multimediali presenti, così da differenziarsi dal fiume insipido delle news in real time. E poi “digital first” per il Nyt non è una frase a effetto. Gli articoli, veri articoli, sono scritti prima sul digitale. L’edizione cartacea del giorno dopo è diventata la raccolta delle migliori cose uscite sul sito, una sorta di playlist del meglio del giornalismo prodotto il giorno prima. A volte capita che inchieste pubblicate sul sito vengano riprese sul quotidiano di carta anche diversi giorni dopo. Insomma, oltre all’organizzazione del lavoro è cambiato il flusso e l’ordine di priorità con cui vengono pubblicate le notizie, rispetto al passato.

Più inchieste, video e podcast audio
Inoltre, il quotidiano newyorchese continua a investire sul giornalismo investigativo, sulle inchieste, con uomini e mezzi. Continua a investire sui contenuti multimediali negli articoli digitali (audio, video, foto, infografiche), sulle nuove modalità di storytelling, sui video e sulla tv. E in ultimo sui podcast audio delle news, e quelli tematici a puntate, molto apprezzati dai lettori digitali.

Politica di prezzo azzeccata
La crescita del numero di abbonati è stata aiutata dagli investimenti nel marketing e nell’advertising. Ma ancora di più da una politica commerciale azzeccata che ha permesso di aumentare notevolmente il bacino dei sottoscrittori attraverso offerte convenienti, alla portata di tutti. L’abbonamento base al Nyt solo digitale (giornale digitale, app, sito e newsletter tematiche) costa 2 dollari a settimana. Quanto un caffè al bar (in realtà il caffè qui costa molto di più). Per un anno di abbonamento basic bisogna pagare 104 dollari all’anno (circa 90 euro). Una volta sottoscritto, l’abbonamento può essere cancellato in ogni momento. Ma sono pochi quelli che tornano indietro. Invece, l’abbonamento completo al giornale cartaceo più quello digitale costa 4,5 dollari a settimana, 234 dollari l’anno (poco più di 200 euro).

Test per aumentare il prezzo dell’abbonamento
Nella conference call sui risultati trimestrali Thompson ha detto che il Nyt nei primi mesi del 2019 si prepara a testare un aumento del prezzo per gli abbonamenti digitali. Si tratta del primo incremento di prezzo dopo sette anni e mezzo, fanno sapere della società. “Siamo fiduciosi sul fatto che i nostri abbonati digitali capiranno che il prezzo pagato per il giornalismo di qualità può aumentare per permettere che questo stesso giornalismo possa continuare a prosperare”, ha concluso il ceo.

La qualità che paga
La qualità paga. E i lettori, come dimostra il caso del New York Times, nell’era del sempre connessi e delle informazioni che ci rincorrono in ogni istante, sono disposti a pagare per avere accesso a un giornalismo davvero di qualità. La frase che si sente spesso negli Stati Uniti, quando si parla o si commenta una notizia, è sempre la stessa: lo ha scritto il New York Times. E se lo ha scritto il New York Times al 99,9% è vera. Perché, come diceva il vecchio direttore “non commettere errori è l’unico modo per proteggere il nostro lavoro e le nostre ambizioni giornalistiche”.

fonte:soleo24ore

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