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Netanyahu si oppone alla sentenza della CPI sui territori palestinesi: “Puro antisemitismo”

Venerdì il Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh ha elogiato la sentenza come “una vittoria per la giustizia e l’umanità” oltre che per i suoi “valori di verità, equità e libertà”.

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è scagliato contro la Corte penale internazionale (CPI) per vi a della sua recente sentenza, che apre la strada a un’indagine nei territori palestinesi occupati da Israele.

“Come Primo Ministro di Israele, posso assicurarvi questo: combatteremo questa perversione della giustizia con tutte le nostre forze. Questo è puro antisemitismo”, ha affermato Netanyahu.

Il primo ministro ha espresso protesta contro la spinta della CPI a indagare su “falsi crimini di guerra”.

“La corte, istituita per prevenire atrocità come l’Olocausto nazista contro il popolo ebraico, sta ora prendendo di mira l’unico suo Stato”, ha detto definendo la sentenza “oltraggiosa”.

Secondo il premier israeliano è inaccettabile che la Corte – esortata a indagare su “dittature brutali come Iran e Siria che commette orribili atrocità quasi ogni giorno” – affermi che “quando la democrazia israeliana si difende dai terroristi che uccidono i nostri bambini e bombardano le nostre città, stiamo commettendo un altro crimine di guerra”.

Le sue osservazioni sono arrivate il giorno dopo che la CPI ha annunciato una decisione a maggioranza dei suoi giudici, per i quali la “giurisdizione territoriale della corte nella situazione in Palestina [….] si estende ai territori occupati da Israele dal 1967, vale a dire Gaza e la Cisgiordania, compresa Gerusalemme est”.

Il procuratore della Corte penale internazionale, chiedendo un’indagine, ha insistito sul fatto che esiste “una base ragionevole” per credere che i crimini di guerra “siano stati o vengano commessi in Cisgiordania” da Israele e dal gruppo militante Hamas.

Proprio Hamas, commentando la sentenza, ha sottolineato che “qualsiasi decisione che contribuisca a sostenere i diritti del popolo palestinese e difenda la loro libertà è una decisione appropriata, coerente con i valori umani, le carte dei diritti umani, la protezione dei civili sotto occupazione e il perseguimento dei criminali di guerra”.

Al questa dichiarazione ha fatto eco il Primo Ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, che ha definito la sentenza “una vittoria per la giustizia e l’umanità, per i valori di verità, equità e libertà e per il sangue delle vittime e delle loro famiglie”.

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