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Nave posa-tubi “Fortuna” riprende i lavori di costruzione del gasdotto Nord Stream-2

La nave “Fortuna” ha ripreso le operazioni per la posa dei tubi del gasdotto Nord Stream-2 nelle acque danesi, si afferma in una nota del gestore del progetto.

“Il lavoro va avanti in conformità con le autorizzazioni ricevute”, ha aggiunto la società.

Nord Stream-2 prevede la costruzione di due rami di un gasdotto con una capacità totale di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno che collega direttamente la costa russa con la Germania attraverso il Mar Baltico. Al progetto si oppongono attivamente gli Stati Uniti, desiderosi di vendere il proprio gas naturale liquefatto in Europa, nonché l’Ucraina e numerosi Paesi europei. Nel dicembre 2019 Washington ha imposto sanzioni contro il gasdotto, che hanno costretto la società svizzera Allseas a rinunciar alla costruzione dell’infrastruttura energetica. Allo stesso tempo Mosca ha ripetutamente sottolineato che la costruzione del gasdotto soddisfa gli interessi dei consumatori europei e persegue obiettivi puramente economici.

I lavori sono ripresi un anno dopo, quando la nave posa-tubi Fortuna ha collocato 2,6 chilometri di tubi nelle acque tedesche.

Secondo l’operatore del progetto, circa 120 chilometri nelle acque danesi e circa 28 chilometri in Germania restano da ultimare. Le autorità danesi hanno autorizzato l’ingresso di “Fortuna” nelle proprie acque dal 15 gennaio, mentre l’autorizzazione tedesca per i lavori della nave è valida fino alla fine di maggio.

Tuttavia questo mese Washington ha ampliato le sanzioni sul gasdotto, andando a colpire le società responsabili della certificazione dell’opera. Poco dopo la società norvegese DNV GL ha annunciato che avrebbe cessato tutte le attività relative all’ispezione del gasdotto e non sarebbe stata in grado di certificarlo. Il 19 gennaio gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro la nave Fortuna e il suo proprietario, la compagnia KBT-Rus.

Il Cremlino ha espresso rammarico per l’introduzione di queste sanzioni ritenute illegali.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito le misure afflittive americane contro il gasdotto come una razzia.

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