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Molestie sessuali anche nell'Europarlamento Il caso Weinstein scatena le sue conseguenze anche a Bruxelles. Dove le assistenti parlamentari iniziano a denunciare i comportamenti degli onorevoli. Ecco alcuni casi

image.jpgNemmeno la bolla Bruxelles è al riparo dallo tsunami #metoo: le donne hanno deciso di denunciare non solo i casi di violenza sessuale ma anche di esplicito sessismo che rendono la carriera europea meno brillante e troppo faticosa. «C’erano giorni in cui alla mattina avevo ancora la forza per combattere ma alla sera ero così stremata che mi veniva da piangere», racconta al telefono da Lussemburgo Jeanne Ponte, l’assistente parlamentare dell’eurodeputato della sinistra francese Edouard Martin che, insieme ad una manciata di colleghe, ha squarciato il velo di omertà: «Una volta ti impediscono di parlare; un’altra volta ti prendono per l’amante del deputato. È un continuo. E se ti ribelli 
ti dicono che è uno scherzo o un’abitudine del loro Paese».
Laureata al College Europeo di Bruges, 
Ponte entra in Parlamento a soli 24 anni e dopo 
due settimane di lavoro la sorpresa. «A un convegno questo vecchio parlamentare tedesco mi inizia a pedinare e, quando penso di averlo seminato, me lo ritrovo che mi afferra per la vita e mi chiede di andare con lui a bere un caffè e raccontargli chi sono». Da allora, e siamo nel 2014, Ponte ha deciso di tenere un diario con tutti i casi di sessismo di cui è stata vittima o confidente.
«Basta che non diventi capro espiatorio il Parlamento europeo, un’istituzione che tutela molto più del corrispettivo nazionale», si sofferma la deputata italiana Alessia Mosca. Intanto le donne di Bruxelles si stanno organizzando: il Gentlewoman’s Club è appena nato qui per fare rete e sistema 
al femminile. Che sia la volta buona?

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