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Milano, tensione e botte alla moschea di viale Jenner: due feriti, gli abitanti esasperati

Gli scontri tra due fazioni di fedeli, interviene la polizia. I cittadini: “Salvini che fa?”


Ancora tensione all’istituto di cultura islamica di viale Jenner 50. Ieri sera due gruppi di fedeli legati a due diverse fazioni all’interno della moschea si sono affrontati in strada, davanti al garage che da vent’anni ospita la sala di preghiera. E’ dovuta intervenire nuovamente la polizia, come nella sera di venerdì, quando un gruppo di persone vicine all’Imam Abdel Ghani (licenziato dal direttivo dell’Istituto) aveva scardinato il cancello per accedere alla moschea rimasta chiusa. Due persone sono rimaste lievemente contuse e sono state portate una al Sacco e l’altra al Fetenebenefratelli per le medicazioni, ma l’episodio – il terzo in pochi giorni – riaccende le polemiche su una delle moschee abusive più discusse della città.
Dieci anni fa l’allora ministro degli Interno Roberto Maroni la chiuse, ma i problemi continuano. Il vecchio direttore, Abdel Hamid Shaari ha cacciato l’Imam egiziano Abdel Ghali, dopo che quest’ultimo ha aperto un dialogo con il Caim, il coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, a cui oggi aderisce il 90 per cento delle moschee legali e non esistenti in città. Del Caim faceva parte fino a tre anni fa parte anche Sumaya Abdel Qader, che oggi siede in consiglio comunale, eletta nelle liste del Pd, oggi uscita da tutti gli organi direttivi del cooridnamento. La vecchia dirigenza di viale Jenner è sempre stata distante dal Caim e non gradisce affatto che il nuovo Imam dialoghi. Dal canto suo l’Imam egiziano (che parla con l’interprete) intende andare avanti nel dialogo e anche portare i fedeli di viale Jenner alla preghiera del 22 agosto all’Arena per la festa del sacrificio, festa a cui partecipano tutti, dal Caim al Centro Islamico guidato da Ali Abu Shwaima, dalla moschea di via Quaranta a quella di Cascina Gobba. Una grande preghiera che riunirebbe tutte le comunità milanesi dopo anni di divisioni.
Ora però anche gli abitanti del quartiere tornano sulle barricate e chiedono l’intervento del ministro degli Interni Matteo Salvini: “E’ un’escalation quotidiana, il terzo giorno di scontri tra la vecchia guardia che stava cercando di mettere ordine e questo nuovo imam col suo staff, che è stato allontanato perché non in linea con le posizioni moderate di Shaari, ma che non si rassegna. – spiega Luca Tafuni del comitato degli abitanti – Hanno rotto il cancello del condominio adiacente, li denunciamo per violazione di domicilio. Continuano le risse e le aggressioni, fino a tarda sera. I cittadini sono esasperati, e ci chiediamo dove si va a finire. Salvini conosce bene la situazione, da dieci anni parliamo di chiusura della moschea, adesso che è ministro che cosa intende fare? Una soluzione va trovata. Per noi non va vietata l’esistenza di luoghi di preghiera, ma non si può andare avanti in questo modo. So che gli abitanti hanno i mente iniziative di protesta. Chiediamo comunque subito presidio fisso dell’esercito per la nostra incolumità”.

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