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Milano, fermato un uomo per l'uccisione del senegalese: ha confessato

Milano, fermato un uomo per l'uccisione del senegalese: ha confessato I
carabinieri sul luogo del delitto (ansa)

E’ un 47enne italiano con un precedente per omicidio. Ai carabinieri: “Molestava la mia donna”. Anche lei arrestata. La moglie di Diallo aveva parlato di movente razzista


MILANO – L’ambasciata è arrivata. Quella pistola con matricola abrasa trovata nella cantina della compagna e compatibile con l’omicidio, quell’ultima chiamata sul cellulare di Assane Diallo (e quei 70 grammi di cocaina per i quali comunque si sarebbe proceduto) raccontavano già tanto dell’omicidio del 54enne senegalese.
Fabrizio Butà, 47enne calabrese con un omicidio e 16 anni di carcere già alle spalle, ci ha pensato qualche ora. Poi, a tarda sera di domenica, insieme alla compagna si è presentato al cancello della caserma dei carabinieri della compagnia di Corsico. La confessione, davanti al pm Christian Barilli e al tenente Armando Laviola, è stata dettagliata. A San Vittore lui, e a San Vittore anche la donna per favoreggiamento e possesso di stupefacenti. Da subito l’esecuzione era apparsa agli investigatori legata a uno sgarro da poco, lontana dai motivi razziali urlati dalla moglie Olivia Evora, sabato notte, o a dinamiche di spaccio. Butà ha raccontato di aver “vendicato” una mancanza di rispetto alla moglie, cui spesso Diallo, disoccupato, chiedeva soldi.
Al telefono si erano dati un appuntamento dietro all’Erica Bar, dove Diallo era rimasto tutta la sera. E in via delle Querce, col “ferro” carico, aveva dato sfogo alla sua furia omicida: almeno dieci i proiettili a segno, mezza dozzina sparati in testa con la vittima già a terra. Ancora più feroce dell’esecuzione del 1998, dopo una lite sui Navigli: tornò dopo mezz’ora ma sparò all’uomo sbagliato, Domenico Baratta, un postino 34enne che non c’entrava nulla. “Uno scambio di persona”, disse alla polizia che lo arrestò.

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