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Migranti, record di vittime a settembre: il 20% morto o disperso

Il report dell’Ispi: 8,1 morti al giorno negli ultimi quattro mesi


Nel Mediterraneo senza più alcun dispositivo di soccorso, dove i salvataggi sono affidati solo agli interventi a singhiozzo della Guardia costiera libica, settembre e’ stato il mese con il tasso di mortalità  più alto che sia mai stato registrato: quasi il 20% di chi è partito a settembre risulta morto o disperso.

Il report aggiornato dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) dice che, In termini assoluti, almeno 867 migranti sono risultati morti o dispersi negli ultimi 4 mesi sulla rotta della Libia. Guardando all’intero Mediterraneo centrale (includendo le persone che sono partite dalla Tunisia, risultano molti o dispersi quasi 970 migranti.

“E’ un numero equivalente a 8,1 morti al giorno. Più che doppio rispetto al periodo delle politiche Minniti (3,2 morti al giorno), e non lontano dai 12 morti al giorno registrati nei 12 mesi precedenti il calo degli sbarchi, quando dalla Libia partivano quasi 17.000 migranti al mese anziché i poco più di 3.000 al mese del governo Conte – spiegail ricercatore Matteo Villa – In questi quattro mesi, il tasso di mortalità è stato del 6,8%. Più che triplo rispetto al tasso di morte medio nel Mediterraneo centrale nel 2014-2017 (2,1%). Per confronto, il periodo delle “politiche Minniti” (luglio 2017 – maggio 2018) aveva fatto registrare un tasso di mortalità identico a quello degli anni precedenti (2,1%)

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