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Mazzette e appalti: liste con i soldi e i nomi dei politici 

Investigatori e magistrati che conducono l'inchiesta

Investigatori e magistrati che conducono l’inchiesta

Trovate dalla polizia e consegnate alla Procura: ci sono Cialente e Tedeschi. L’ex sindaco dell’Aquila si infuria: «Denuncio chi mi tira in ballo».
VEZZANO. Spuntano i nomi di politici in due documenti trovati nelle mani di Sergio Giancaterino, l’imprenditore di Penne arrestato insieme ad altre sei persone, fra cui l’amministratore delegato dimissionario del Cam, Giuseppe Venturini, nell’ambito dell’inchiesta su appalti e mazzette. Tra i nomi, accanto a presunte somme di denaro, anche quelli di Massimo Cialente, ex sindaco dell’Aquila, e di Gianfranco Tedeschi, attuale sindaco di Cerchio. Entrambi, è bene chiarirlo, non indagati dalla Procura di Avezzano. Ma gli stessi magistrati, nell’ordinanza che ha portato ai provvedimenti di custodia cautelare, fanno riferimento ai documenti. Di cui parlano gli arrestati Giancaterino e Antonio Ruggeri in un’intercettazione che risale al primo marzo 2016. Scrive la Procura: «Giancaterino e Ruggeri si sono lungamente soffermati su due distinte contabilità: una relativa alle elargizioni compiute in favore di funzionari pubblici (dal sindaco di Casacanditella, a Tedeschi Gianfranco, la cui posizione non forma oggetto specifico della presente domanda cautelare, Massimo Cialente, la “Fondazione”, spesso utilizzata per le “sponsorizzazioni”) e l’altra relativa al “compenso” dello stesso Ruggeri, per l’apporto causale dato in relazione alle molteplici gare “vinte” dal Giancaterino. Non solo. I due interlocutori hanno parlato anche delle modalità di pagamento».
Questi i dialoghi agli atti. Ruggeri: «…Ho messo… ho messo tutto Sergio… pure benzina…».
Giancaterino: «Massimo, chi è Massimo?».
Ruggeri: «Cialente…».
Giancaterino: «…E…».
Ruggeri: «… Ti ricordi… questo qui… fondazione …inc… ti ricordi, ne abbiamo fatto uno… lo portammo io e te e uno… due e cinque… inc… ti ricordi?».
Giancaterino: «Sì, sì».
E, ancora, in riferimento a Tedeschi.
Giancaterino: «Questo chi è GT?».
Ruggeri: «Gianfranco Tedeschi».
Giancaterino: «E… non lo sapevo».
Ruggeri: «A vedè quanto gli hai dato Sergio… è?».
Giancaterino: «E… si lo so una ventina di mila euro gli ho dato…».
Ruggeri: «E… oh Sergio so preciso?».
Giancaterino: «Sì, sì, sì».
L’ex sindaco dell’Aquila, contattato dal Centro, si infuria. «Ma affari di che? Non faccio affari con nessuno, figuriamoci nella Marsica», sottolinea Cialente, «Ruggeri lo conosco, lui aiutò due famiglie in difficoltà attraverso un alto prelato di Roma. Secondo me millanta. Per chi tira fuori il mio nome casca la denuncia». E pure Tedeschi nega ogni coinvolgimento. «Conosco Ruggeri, Di Pietro, Venturini», afferma il primo cittadino di Cerchio, «e con Giancaterino ho lavorato, ma nel 2013-2014, prima di questi fatti. Non ho avuto mai elargizioni, mai regalie, anzi. E poi per me, se proprio devo dirla fino in fondo, sono tutte brave persone».
Ruggeri, in un caso, tira in ballo anche l’ex sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio (anch’egli estraneo all’inchiesta). E lo fa con un messaggio a Venturini: «Ho colazionato con Di Pangrazio sei intoccabile». In questo modo Ruggeri, che per la Procura è l’uomo che gestiva i rapporti fra politici e imprenditori, voleva intercedere per la conferma dell’ingegnere di Tagliacozzo ai vertici del Cam. In cambio di favori nella gestione di lavori (depuratore Capistrello). Di Pangrazio non ha voluto fare commenti sulla vicenda.
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