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Manovra, Di Maio: M5S non voterà alcun condono

I 5 stelle avvertono la Lega e dicono no al condono.  Intanto oggi alle 18.30 ci sarà un nuovo vertice con il premier Giuseppe Conte sulla legge di bilancio.
«Il Movimento 5 stelle non è disponibile a votare alcun condono», ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, rispondendo ai giornalisti a una domanda su quella che la Lega chiama “pace fiscale”. «Quindi – ha aggiunto – se stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio siamo d’accordo. Se invece parliamo di condoni non siamo assolutamente d’accordo». «Perché abbiamo già visto per anni – ha aggiunto – Di Maio – i governi Renzi e altri fare scudi fiscali e hanno creato solamente un deterrente a comportarsi bene e hanno fatto sempre pensare che in questo paese una via di uscita all’evasione ci potesse essere».

Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell’Economia, nei giorni scorsi ha spiegato che la manovra potrebbe essere accompagnata da un decreto fiscale collegato dove verrebbe inserita la “pace fiscale” «con un tetto di 1 milione a contribuente» e nuova voluntary disclosure. Dal tavolo economico della Lega, ha spiegato ancora Bitonci, sono emerse non solo una tantum ma anche la proposta di una misura a regime, cioè «una sorta di transazione fiscale» che preveda la completa attuazione del concordato con adesione e che tenga conto della situazione patrimoniale e reddituale del contribuente. L’obiettivo della Lega è quello di una pace «più ampia possibile» che riguardi accertamenti, cartelle, sanzioni amministrative e contenzioso tributario. Un’operazione «definitiva» con un tetto per contribuente a un milione di euro.

Contrasti con la Lega anche sulle pensioni. «Brambilla parla a titolo personale», ha detto Di Maio riferendosi alle dichiarazioni del consulente in materia di previdenza di Matteo Salvini. Brambilla ieri ha affermato che con la pensione di cittadinanza da 780 euro con cui i  5 stelle vorrebbero accompagnare il reddito di cittadinanza «spacchiamo il sistema». «Sono totalmente contrario. Se io fossi un artigiano, un commerciante, un imprenditore, non verserei più, tanto se poi devo prendere 780 euro», ha sottolineato l’esperto leghista. «La pensione di cittadinanza e nel contratto di governo e lo sappiamo sia noi che la Lega», ha aggiunto invece il leader grillino.

«Sulle pensioni deve essere chiaro che le promesse che abbiamo fatto vogliamo mantenerle», ha sottolineato ancora il ministro dello Sviluppo. «Superare la Fornero significa svecchiare la pubblica amministrazione, mettendo nuove energie nella macchina della p.a. Quindi la riforma delle pensioni è al centro», ha aggiunto.

«Pensare di regolare i conti delle future pensioni lucrando sulle badanti non mi pare un approccio volto a risolvere i veri problemi» ha detto intanto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. «Sento dire in alcuni ambienti – ha proseguito – che quei contributi ci fanno comodo, ma non è questo l’approccio».

«Questi sono giorni decisivi per la manovra», ha insistito il vice premier. «Bisogna – ha aggiunto – mantenere le promesse altrimenti è inutile che stiamo al governo. Abbiamo delle priorità: non solo il reddito di cittadinanza, ci sono temi importanti che noi abbiamo portato avanti per una vita e che bisogna affrontare. Come ad esempio, il taglio agli sprechi. Questa deve essere una legge di bilancio che vede il governo con in mano un paio di forbici e che cominci a tagliare tutto quello che non serve».

«L’ho promesso – ha aggiunto – agli imprenditori e ai cittadini. Non ci dovranno essere più sprechi in questo paese. È chiaro ed evidente che saranno giorni importanti ma non saranno giorni di scontro. Perché qui ognuno in questo governo ha tanta voglia di fare bene. Non abbiamo – ha concluso – interessi loschi in questa legge bilancio, anzi sarà la prima legge di bilancio che metterà al centro i cittadini e lascerà a casa quei personaggi che per anni hanno mangiato sulla pelle degli italiani e sulle loro tasche».

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