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Manovra 2019 verso la bocciatura Ue, spread nervoso: sale a 310 punti, poi scende

Le Borse europee trattano in ribasso per i rischi geopolitici, dal rallentamento cinese alla questione del Medio Oriente. Tokyo ha perso il 2,7%


MILANO – Ore 10:00. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi lancia segnali di nervosismo mentre la Manovra presentata dal governo di Giuseppe Conte avanza verso la bocciatura europea. In avvio di seduta il differenziale di rendimento si porta sopra 310 punti base, poi torna a calare in area 300 e sotto i livelli della chiusura di lunedì. I titoli di Stato italiani a dieci anni rendono il 3,4%, sugli schermi della piattaforma Bloomberg. Dalla riunione della Commissione di Strasburgo, tutti gli osservatori si aspettano l’ufficializzazione dell’opinione “negativa” sul Documento programmatico di bilancio italiano, le cui previsioni e assunzioni sono state reiterate dal Tesoro nonostante una prima lettera di richiamo di Bruxelles. Con questo passo si aprirebbero tre settimane di tempo per l’Italia per rimetter mano alla Manovra, diversamente rischia di avvicinarsi l’ipotesi di procedura per il debito.

Mujtaba Rahman, analista politico dell’Eurasia Group a Londra ha commentato con l’agenzia finanziaria: “La Commissione non ha altra scelta che rigettare il bilancio italiano. Sia la sostanza delle iniziative del governo che la forma nella quale sono state comunicate sono un bel mal di testa” per l’esecutivo europeo

Come lasciavano presagire i future, l’avvio delle Borse europee è in ribasso. Milano apre in passivo di oltre un punto percentuale, poi risale leggermente a -0,6% con le banche tutto sommato in tenuta. Parigi cede l’1%, Francofortel’1,3% e Londra lo 0,7%.

La giornata è stata fortemente negativa già sui mercati asiatici, che hanno pagato con cali superiori ai due punti percentuali il mix di timori sulla frenata della Cina e per i rischi geopolitici globali, che vanno dalle guerre commerciali alla mina vagante dell’Italia in Europa, passando per il Medio Oriente agitato dal caso Khashoggi che ha generato forti tensioni tra Usa ed Arabia Saudita. La Borsa di Tokyo ha perso il 2,67%, scontando anche i future deboli su Wall Street, Sydney l’1,05%, mentre, Hong Kong arretra del 3%, Seul del 2,9%, Shanghai e Shenzhen del 2,1%. Ieri sera la Borsa Usa aveva chiuso mista, con il Nasdaq in aumento dello 0,26% spinto dal comparto tech in attesa di conti che si aspettano positivi; il Dow Jones ha invece lasciato sul terreno lo 0,5%.

Anche la divisa unica risente delle tensioni tra Roma e Bruxelles: l’euro apre in calo sotto quota 1,15 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,1449 dollari e 128,67 yen. Anche il dollaro cede terreno sulla valuta nipponica: dollaro/yen a 112,44. L’agenda macroeconomica ruota intorno alla fiducia dei consumatori dell’Eurozona, con gli analisti di Intesa Sanpaolo che si aspettano una risalita dopo tre mesi in calo. Intanto in Germania i prezzi alla produzione hanno segnato il +0,5% mensile a settembre (+3,2% annuo) battendo le attese.

Per le materie prime, infine, i prezzi del petrolio sono in ribasso in Asia dopo che l’Arabia Saudita, colpita dal caso Khashoggi, ha dichiarato che non userà il petrolio come arma per rappresaglie. Il barile di greggio Wti con consegna a novembre è in calo di un centesimo a 69,16 dollari negli scambi elettronici in Asia. Il barile di Brent con consegna a dicembre cede 20 centesimi a 79,63 dollari. In questa fase d’incertezza generalizzata restano robuste le quotazioni dell’oro: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,1% a 1.221 dollari l’oncia.

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