EXITO STYLE

M5s e Lega da Mattarella. Di Maio: "Indicato Conte, sarà premier di un governo politico". Salvini: "Nessun rischio per l'economia"

M5s e Lega da Mattarella. Di Maio: "Indicato Conte, sarà premier di un governo politico". Salvini: "Nessun rischio per l'economia"

I due leader difendono la scelta del nome. Il capo pentastellato: “Conte era nella mia squadra, lo hanno votato 11 milioni di italiani”. Il leghista: “Non è un tecnico, tutti i premier sono politici”. Mattarella prende tempo: domani mattina vedrà Fico e Alberti Casellati. Intanto è scontro tra l’alleanza gialloverde e il capogruppo Ppe Weber

ROMA – Il nome del futuro premier non viene pronunciato nell’incontro con i giornalisti al Quirinale. Ma, una volta fuori dal Palazzo, Luigi Di Maio non resiste alla tentazione: “Abbiamo indicato il nome di Giuseppe Conte al presidente della Repubblica, sarà il premier di un governo politico”, dice. E, quasi a prevenire possibili critiche per la scelta di un candidato tecnico, precisa: “Sono molto orgoglioso di questo nome perché è la sintesi del movimento cinquestelle. Non vesserà il popolo italiano. Non è stato eletto? Era nella mia squadra, lo hanno votato 11 milioni di italiani” (ndr, Conte era nel governo proposto dal Movimento prima delle elezioni come ministro della Pubblica amministrazione).

Governo, Di Maio: “Il nome fatto a Mattarella è quello di Giuseppe Conte”

E ancora: “È un momento storico. In questi 80 giorni abbiamo imposto un metodo: prima si discute di temi e poi di nomi. È valsa la pena di aspettare perché finalmente nasce la terza Repubblica. E all’estero dico: fateci partire, poi criticateci”.
Subito dopo il leader M5s, è stata la volta di Matteo Salvini: “Noi ci siamo, siamo pronti, abbiamo fatto il nome e indicato la squadra, vogliosi di far crescere l’economia del Paese”. Nei confronti dell’Europa, il discorso di Salvini è a metà strada tra la rassicurazione e l’avvertimento: “Nessuno ha niente da temere, anzi. Ovviamente vogliamo un governo che metta l’interesse italiano al centro, prima gli italiani, rispettando tutti”. Il segretario della Lega ha insistito sul fatto che il governo che nasce avrà “politiche diverse da quelle che ci hanno preceduto. Qualcuno all’estero cambi prospettiva. Il nostro sarà un governo di speranza e di futuro, ma non remissivo”. Come già aveva fatto Di Maio, anche Salvini si affretta a precisare: “Conte un tecnico? Tutti i premier sono politici”. Infine, un passaggio molto criticato: quello in cui parla del “20 per cento di italiani che usano psicofarmaci a causa della precarietà”.
L’incarico e i nodi irrisolti. Conte potrebbe ricevere l’incarico già nelle prossime ore (“i suoi familiari sono arrivati tutti a Roma da San Giovanni Rotondo“, ha detto un amico a Un giorno da pecora). Mattarella si è preso una breve pausa di riflessione. Di sicuro domani in mattinata vedrà i presidenti di Camera e Senato, Fico e Alberti Casellati. Intanto è già stata stilata – da Cinquestelle e Lega –  una lista di ipotetici ministri, in cui Salvini e Di Maio figurano rispettivamente all’Interno e allo Sviluppo economico. È stato proprio Di Maio in serata a confermarlo: “Io e Salvini saremo in squadra. Al Movimento andrà lo Sviluppo con il Lavoro”. Tra i nodi irrisolti, quello del ministero dell’Economia. Il nome sul quale M5S e Lega avrebbero trovato una convergenza è quello dell’ex ministro del governo Ciampi, Paolo Savona, gradito alla Lega e più volte ospitato sul blog del Movimento in passato. Un nome che però provoca perplessità al Colle, per le sue posizioni anti-euro. Il resto della squadra prende via via forma con l’assegnazione, ormai quasi certa, del ministero della Difesa al M5S. Ancora in bilico il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, soprattutto dopo le frizioni tra M5S e Lega sul progetto della Tav Torino-Lione.

I rapporti difficili con l’Europa. Luigi Di Maio, in serata, è tornato ad attaccare la Tav. “È superata, è chiaro che il nostro ministro dovrà parlare con il suo omologo francese e seguire la strada indicata dal contratto”. Dunque si prevedono rapporti tesi, su questo fronte, tra Roma e Parigi. Ma dall’Europa continuano ad arrivare segnali di preoccupazione. Il leader dei Popolari europei (Ppe), Manfred Weber afferma rivolto a Lega e M5s: “State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata. Le azioni irrazionali o populiste potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro”. A Weber ha risposto il segretario del Carroccio: “Lui pensi alla Germania, che al bene degli italiani ci pensiamo noi!”. Prima di lui ci aveva pensato la capogruppo all’Europarlamento, Mara Bizzotto a mandare un messaggio tuttaltro che diplomatico: “Pensi agli affaracci suoi”. Non è mancata la reazione del Movimento: “Weber ha perso un’occasione per tacere. Scherza col fuoco chi non rispetta la democrazia e chi vuole calpestare l’esito delle elezioni del 4 marzo cercando di imporre l’ennesimo governo tecnocratico”, si legge in una nota della delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo. Intanto, sui mercati si è registrata un’altra giornata di tensione tra spread e segno meno a Piazza Affari.
Fumata nera con Fdi. Sia Di Maio che Salvini hanno trascorso la mattinata di attesa a Montecitorio. E proprio alla Camera si è svolto un incontro che avrebbe potuto cambiare i confini della maggioranza, ma che non ha avuto esito positivo: Matteo Salvini ha visto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel tentativo di coinvolgere l’alleato del centrodestra nell’operazione del governo. Ma Meloni non ha ceduto alle lusinghe, valutando come ‘tardiva’ l’offerta di fare parte del nuovo esecutivo. L’allargamento della maggioranza sarebbe risultata particolarmente utile al Senato, dove la compagine giallo-verde può contare solo su sei voti di margine.

POST A COMMENT